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Amministrative, Croce: “No al nuovo comune Montemare, ma la data non doveva essere il 12 giugno”

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Per il candidato del Centrodestra non si dovrebbe votare per il referendum nella stessa data delle comunali. "E' innegabile che il voto verrebbe contaminato"

Il “no” al referendum resta, ma Maurizio Croce sostiene i fautori del “sì” nella loro battaglia su una nuova nuova data. Cosa, peraltro, ormai complicata dopo il rigetto del loro ricorso da parte del Tar. Il candidato sindaco del Centrodestra ha incontrato i rappresentanti del Comitato per il sì al referendum sul nuovo comune di Montemare. Nelle scorse settimane aveva incontrato il Comitato per il “no”.

Motivazioni logiche e profonde alla base del referendum

«Nella mia vita – ha detto Croce – non ho mai assunto posizioni precostituite e ho sempre creduto nella forza dell’ascolto. In queste settimane sto ribadendo senza sosta quanto sia necessario restituire dignità alla nostra città e ristabilire i valori della democrazia. In questo quadro, sono convinto che alla base del sentimento che ha portato alla creazione del comitato per Montemare ci siano motivazioni profonde, logiche, che condivido al 100%.

Se un gruppo di cittadini – prosegue il candidato sindaco del centrodestra – si riunisce in un comitato, studia in maniera approfondita una legge e richiede un referendum con la finalità di creare un nuovo Comune, siamo di fronte ad un gesto di disperazione. Non posso promettere soluzioni semplici ad un problema complesso – sottolinea Croce – ma solo ribadire la proposta contenuta del nostro progetto, come ho evidenziato nell’incontro di ieri. La retorica politica non fa per me: mi preme solo rispondere alle istanze che questi concittadini stanno manifestando».

Non si dovrebbe votare nella stessa data delle comunali

In conclusione, Maurizio Croce sottolinea la sua posizione sulla data del referendum: «Anch’io, come i membri del comitato per il “Sì”, credo che non si debba votare per il referendum nella stessa data dell’elezioni comunali. Sarò al loro fianco in questa battaglia, perché è innegabile che il voto verrebbe contaminato. Detto questo, ritengo che, a prescindere da tutto, il referendum non sia lo strumento giusto: da candidato a sindaco di Messina, non vorrei perdere un pezzo fondamentale di città. Posso, invece, garantire il massimo dell’impegno affinché le motivazioni che hanno prodotto questo scenario si superino una volta per tutte: solo questo indirizzo, nella sostanza, potrà dimostrare che non serviva un altro Comune».

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