“Chi tiene veramente a voi non vi dice ‘ti voglio tanto bene ma ti devo lasciare’. Chi vi vuole bene non vi lascia. Quello lo fanno i traditori. Noi ci siamo e resteremo”. Inizia con una stoccata all’ex sindaco Cateno De Luca, l’intervento di Giuseppe Conte, oggi a Messina per sostenere Franco De Domenico e i candidati del Movimento 5 Stelle.
Un’accoglienza da fan club per Giuseppe Conte in Piazza Unione Europea, gremita nella sua parte centrale, con tanto di selfie, a gentile richiesta, anche a metà discorso.
Qualche ora prima, l’ex Presidente del Consiglio, aveva incontrato le parti sociali alla Camera di Commercio.
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Ad introdurre il leader dei Cinquestelle, alcuni dei suoi fedelissimi: i parlamentari Francesco D’Uva e Grazia D’Angelo, la sottosegretaria Barbara Floridia, la deputata all’Ars e vice sindaca designata Valentina Zafarana.
De Domenico: “Abbiamo bisogno di un patto per Messina”
E, naturalmente, Franco De Domenico. “Hanno cercato di dividerci – ha detto il candidato sindaco – ma non ci sono riusciti. Al contrario, ci hanno rafforzato, perché noi anteponiamo l’interesse della nostra città a tutto. Qui i cittadini sono stati trattati come sudditi, ma questa piazza dimostra che non c’è rassegnazione, ma ribellione. Siamo coesi. Le risorse per rilanciare Messina ci sono . E non ci sono state regalate. Sappiamo di dover colmare un gap. Se spendiamo bene questi finanziamenti riparte il Sud e con il Sud riparte il Paese. Abbiamo bisogno di un patto per Messina per liberare le risorse e, quando accadrà, avremo bisogno di uno Stato che ci ascolti”.
Conte: “Puntare su una squadra di amministratori credibili”
“C’è tanto da fare. Il rilancio di Messina parte dal risanamento dei conti – ha detto il presidente del Movimento – ma occorre una squadra e amministratori credibili, che siano capaci di sfruttare la grande opportunità dei finanziamenti. La prima condizione è rendere efficiente la macchina comunale”.
Conte rivendica il merito dei 5 Stelle di aver evitato che Messina perdesse l’Autorità di Sistema Portuale e di aver messo il “marchio” del movimento in alcuni dei più progetti più importanti per Messina, in particolar modo la legge sul risanamento. E passa da tematiche locali e tematiche nazionali, togliendosi qualche sassolino dalla scarpa.
Come per il reddito di cittadinanza. ” E’ indegno, ha detto, che i politici che guadagnano 500 euro al giorno vogliano togliere 500 euro al mese a chi ha bisogno di quei soldi per mangiare. State attenti a queste persone: sono le stesse che quando vengono al Sud lo fanno ‘mascherati’, non utilizzano nemmeno il loro simbolo”. Il riferimento alla polemica con Giorgia Meloni, nel caso del reddito di cittadinanza, e alla Lega di Salvini (Prima l’Italia) quando parla di “maschere”, è chiaro.
Dal reddito di cittadinanza al salario minimo il passo è breve. “Il salario minimo – ha rilanciato – oggi, riguarda anche il ceto medio, che risente degli aumenti dovuti al caro energia e alla guerra. Questo è il momento per intervenire sul cuneo fiscale e rendere più pesanti le buste paga”.
“Le nostre battaglie le conoscete, gli attacchi non ci spaventano. Preoccupatevi quando non ci attaccheranno più. Vorrà dire, ha concluso – che non stiamo lavorando per voi”.