“Noi riteniamo che un sindaco e un movimento politico debbano avere la capacità di interpretare le esigenze di una cittadinanza attraversata da problematiche angosciose, che travalicano i confini del Comune e riguardano avvenimenti, anche lontani, che influiscono pesantemente sulla nostra vita: il lavoro che non c’è, la pandemia, la guerra”.
Nell’incipit del programma presentato da Luigi “Gino” Sturniolo, risalta immediatamente quella che è la peculiarità della visione che il movimento “Messina in Comune” ha dell’Amministrazione comunale. Temi come la guerra non solo lontani dai cittadini solo perchè esulano dall’attività degli enti locali. Al contrario, riguardano tutti i cittadini.
In 24 pagine, il documento, delinea un’idea diversa di città, e mette al centro al lotta alle diseguaglianze.
Gli assessori designati sono: Barbara Bisazza, Clelia Marano, Francesca Fusco, Antonio Currò, Gaetano Princiotta Cariddi, Giuseppe Cardullo.
La città che vogliamo
“Nella corrente campagna elettorale – si legge nella prima pagina del programma – in realtà assistiamo a un conflitto interno tra diverse declinazioni dello stesso pensiero unico: centrosinistra, centrodestra, De Luca, Lega, Fratelli d’Italia”.
“Noi abbiamo deciso di stare fuori dal coro, a testa alta, in direzione ostinata e contraria”.
“Non vogliamo, infatti, solo una città più funzionante, moderna e razionale, vogliamo anche una città più giusta, dove le diseguaglianze e le discriminazioni dovute alla nascita in una famiglia o in un luogo piuttosto che in un altro non siano decisive per la vita di una persona. Vogliamo anche una città policentrica, dove il concetto di periferia non sia associato a quello di marginalità, ma che sia pure più bella, non solo per il paesaggio ma per la sua struttura urbanistica e per la sua Arte. Infatti, una società che non consideri fondamentale investire sull’Arte è destinata al fallimento culturale e all’imbarbarimento. Vogliamo una città più accogliente, che rifiuti il razzismo e dove le discriminazioni siano bandite. Vogliamo infine una città più vivibile per lasciare ai nostri figli un mondo migliore: il riscaldamento climatico, la diffusione delle plastiche, l’agonia dei nostri mari e delle nostre coste, la fragilità del nostro territorio dissestato, ci impongono un cambio di paradigma, di imboccare con forza la strada delle energie rinnovabili, del rispetto della natura, del risanamento ambientale, dell’economia circolare”.
Il Bilancio
Secondo Messina in Comune, “la crisi dei bilanci degli enti locali è stata affrontata con strumenti normativi (predissesto, dissesto, piano di riequilibrio) che puntano alla copertura dei debiti fuori bilancio e al rientro dai disavanzi attraverso misure (innalzamento delle aliquote dei tributi, vendita del patrimonio pubblico, blocco delle assunzioni) che gravano sui servizi forniti ai cittadini e colpiscono in particolare gli strati popolari più deboli. Nei fatti però, a causa del generale impoverimento dei territori, queste misure rimangono per lo più inapplicabili o inefficaci, e molto spesso i Comuni passano di dissesto in dissesto, i Piani di Riequilibrio vengono sottoposti a continue rimodulazioni che non vengono a capo di nulla”.
“Occorre costruire una rete di Comuni per rivendicare dallo Stato centrale e dalla Regione più autonomia finanziaria e più trasferimenti, come corrispettivo dei maggiori servizi da erogare per colmare i vuoti lasciati dall’intervento statale. Chiediamo allo Stato di trasferire una quota maggiore di ricchezza agli enti locali, con maggiore attenzione a quelli situati nelle aree del meridione, economicamente più svantaggiate e penalizzate dalle politiche economiche fin qui perseguite”.
Sturniolo, che ha tenuto per sé la delega al bilancio, inoltre, mette in campo diversi proposte per consentire la massima partecipazione a quello che è lo strumento fondamentale per la vita di un ente:
● Il bilancio sociale, che consenta a tutti di comprendere con un linguaggio accessibile entrate e uscite del Comune, obiettivi e risultati, come sono state impiegate le risorse, quali progetti sono stati realizzati.
● Il bilancio partecipato, che consenta a tutti di poter esprimere il proprio punto di vista su come vengono spese le risorse del Comune e su come si possa operare un risanamento finanziario dell’ente;
● Il baratto amministrativo che consenta al cittadino in difficoltà nel pagamento dei tributi di offrire alla comunità la propria opera in cambio dell’esonero di una parte di quanto dovuto, allentando, a un tempo, la necessità di congelare risorse al Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità;
● I regolamenti d’uso che consentano alla comunità di utilizzare i beni patrimoniali come spazio comune dove dare vita ad attività arricchenti per l’ente;
● La concessione in comodato d’uso dei beni patrimoniali ad associazioni e alle comunità di scopo che possono offrire un servizio sociale gratuito.
Le partecipate
Anche sulle società partecipate il movimento esprime idee diverse: no alle privatizzazioni, bensì la gestione attraverso le aziende speciali piuttosto che le Società per azioni seppure a capitale interamente pubblico.
“E’ evidente che la trasformazione di una Spa in Azienda speciale non è un processo semplice, ma riteniamo che quella sia la direzione di marcia. Nel corso della gestione dell’Amministrazione De Luca, contrariamente a quanto annunciato in campagna elettorale, abbiamo assistito all’introduzione di nuove società partecipate. Noi riteniamo che questa sia una direzione sbagliata. Pensiamo che i servizi debbano essere il più possibile internalizzati. Non è difficile capire che più si esternalizza e più ci si espone al rischio di privatizzazione dei servizi pubblici locali. Appare evidente che perché questo avvenga sia necessario invertire il trend di riduzione del personale del Comune, a carico del quale sono state pensate le politiche di risanamento finanziario”.
Democrazia è partecipazione
Messina In Comune intende “ridare voce ai territori, porre le decisioni fondamentali sotto il controllo delle popolazioni che vi abitano”.
“Favorire la partecipazione dei cittadini vuol dire coinvolgerli direttamente nelle scelte che li riguardano, costruire con loro una relazione stabile, caratterizzata da una comunicazione continua, dalla condivisione di visione e obiettivi, dalla comprensione dei meccanismi che stanno dietro la vita quotidiana della collettività”.
“In questa prospettiva, la trasparenza dell’azione amministrativa diventa uno strumento fondamentale e imprescindibile per favorire la partecipazione dei cittadini e per sviluppare la loro fiducia nei confronti delle istituzioni locali”.
Le proposte:
● Consigli comunali nei quartieri per avvicinare tutti i cittadini agli strumenti di discussione e decisione per la città. Realizzazione di “laboratori di partecipazione” tematici – anche attraverso la valorizzazione delle istituzioni di quartiere – per raccogliere le proposte della cittadinanza messinese;
● Messa a sistema e valorizzazione delle esperienze nate dal territorio, da associazioni ed enti;
● Utilizzo dell’innovazione tecnologica per favorire la comunicazione tra cittadini e comune, valorizzando le risorse interne già esistenti.
Decentramento
“Sebbene sia estremamente difficile procedere a un completo decentramento, trasformando le Circoscrizioni in vere Municipalità, tuttavia si può fare molto: bisogna integrare le dotazioni organiche dei quartieri con figure tecniche che risultano carenti; ampliare i servizi di base; potenziare le dotazioni infrastrutturali e tecnologiche; fare opera di sensibilizzazione perché venga riconosciuto il ruolo politico dei consiglieri per quello che riguarda intanto le funzioni consultive e propositive; avviare un trasferimento di funzioni delegate alle diverse circoscrizioni”.
Bisogna inoltre:
● Implementare il servizio informatico del comune, permettendo al cittadino che accede tramite SPID o carta d’identità elettronica di ricevere online gli stessi servizi che avrebbe recandosi di persona negli uffici.
● Istituire sportelli comunali decentrati, di modo che il cittadino non si veda costretto ad arrivare al comune o nell’unica sede circoscrizionale di riferimento, per il disbrigo delle pratiche.
● Nella stessa ottica bisogna istituire nei villaggi più isolati sia della zona sud sia nord dei punti di raccolta differenziata mobile (micro-isole ecologiche), dal momento che le isole ecologiche attuali sono insufficienti al fabbisogno del cittadino e sono troppo distanti l’una dall’altra.
I luoghi dell’autogoverno
Il nostro slogan sarà “decide la città”. Immaginiamo di mettere in rete tutte le realtà associative che già svolgono la loro attività in quartieri e villaggi e di creare dei punti di aggregazione dove questi non ci sono già. L’obiettivo è dare vita a spazi sociali che consentano a tutti di confrontarsi, di dire la propria, di potere esprimere il proprio punto di vista anche sugli aspetti legati agli investimenti pubblici affinché il Bilancio partecipativo, diventi democrazia reale, democrazia dal basso. Questa iniziativa sarà avviata fin dai primi giorni dell’insediamento e prenderà il nome di Rete dei Luoghi dell’Autogoverno e assumerà il ruolo di carattere distintivo della nostra pratica democratica.
No al Ponte sullo Stretto
E’ questa una delle battaglie più forti che il movimento porta avanti da sempre.
“Lo Stato e la Regione Siciliana devono investire sulla grande bellezza dello Stretto, del sistema collinare, dei nostri boschi, della storia e della cultura che abitano a queste latitudini. Le classi dirigenti locali e nazionali invece, come unica possibilità di crescita per il sud e la Sicilia tirano fuori ancora una volta dal cilindro la sbiadita chimera del ponte sullo Stretto, sostenuto da tutte le coalizioni contro cui dovremo batterci”.
Le ragioni del no
Il ponte sullo stretto arrecherebbe devastazione ambientale, caos urbanistico, rischio d’infiltrazione mafiosa, oltre a essere un primario obiettivo di attacchi terroristici e militari. Affermiamo che:
● Sono insoddisfacenti le valutazioni d’impatto ambientale e del rischio sismico;
● Stravolgerebbe tutto l’ecosistema di Capo Peloro, dello stretto, della città e di parte della provincia;
● Ha un rapporto costi/benefici assolutamente negativo in relazione ai flussi di traffico attesi, e tali costi sarebbero in realtà a carico dei contribuenti;
● La ricaduta del manufatto in termini occupazionali sul territorio sarebbe irrisoria rispetto agli investimenti, dato l’elevato rapporto capitale/lavoro e perché gran parte di esso sarebbe costruito all’estero (parti prefabbricate) e il resto da maestranze specializzate non locali;
● Il riassetto urbanistico legato al ponte recherebbe alla città gravi danni e disagi, il flusso veicolare per il movimento terra sarebbe insostenibile;
● Le cosiddette opere compensative sono opere normalmente realizzabili in una città normale; ● La città è stata espropriata dalla legge obiettivo di qualsiasi possibilità di decisione;
● Già troppi soldi sono stati inutilmente spesi per la società dello stretto in progettazioni inutili. Noi riteniamo invece che i finanziamenti previsti vadano utilizzati per potenziare l’attraversamento via mare, il sistema portuale e l’affaccio a mare, le opere viarie e urbanistiche collegate, ma anche strade, ferrovie, scuole, ospedali, il risanamento delle periferie degradate, la prevenzione del rischio sismico, la manutenzione del territorio e dei centri abitati.
Dissesto idrogeologico
Sul piano del dissesto idrogeologico il programma prevede “un piano d’azione teso a riqualificare il territorio, di valutazione del reale rischio idrogeologico concertato con Regione e protezione civile. Urge lo spostamento in un’area industrializzata dell’impianto di trattamento dei rifiuti di Pace e il ripristino dei luoghi”.
Sono, però, individuati, alcuni interventi da effettuare in tempi brevi e con una spesa contenuta:
● Dotare le strade di penetrazione agricola sia comunali che provinciali di opere idrauliche per lo sgrondo delle acque piovane e nei nuovi progetti per l’apertura di strade di penetrazione agricola prevedere le opere di smaltimento delle acque piovane;
● Pulire gli alvei dei torrenti e impedire, specie in prossimità dei nuclei abitati, di utilizzare le golene come discariche di inerti e di spazzature e attuare semplici coperture vegetali sui terreni di golena;
● Ripristinare tutte le saie e i valloncelli che sono stati trasformati in strade e, nell’impossibilità del ripristino, apprestare le necessarie opere di smaltimento delle acque;
● Realizzare per i torrenti che attraversano la città bacini di calma che rompano la velocità delle acque nelle aste torrentizie mediane e nelle zone antistanti le coperture degli alvei.
Piano forestale e tutela spiagge
“Comune è il soggetto forse principale del sistema di protezione civile, basato in larga misura su strutture del volontariato, e deve incrementare i propri investimenti in risorse umane, tecniche e nella formazione degli addetti. Bisogna pretendere dunque la redazione di piani regionali per la prevenzione e la difesa dei boschi dagli incendi che prevedano tra l’altro: la valorizzazione del lavoro degli operai forestali, il potenziamento e l’estensione dei centri operativi, la realizzazione diffusa di serbatoi d’acqua, fasce tagliafuoco, l’attuazione di opere selvicolturali”.
“Sarà effettuata la pulizia delle spiagge, si installeranno i raccoglitori per la raccolta differenziata, si procederà all’abbattimento delle barriere architettoniche, attraverso delle pedane in legno, collocate fin sulla battigia. Verranno posizionate docce comunali e sarà previsto un servizio di bagnini comunali nelle aree più frequentate. Sarà aumentata la vegetazione con piante ornamentali a ridosso delle spiagge”.
Energie rinnovabili e mobilità urbana
“La tutela dell’Ambiente e della salute dei cittadini rappresentano un punto fondamentale del nostro programma amministrativo che opta per abbassare la circolazione dei mezzi ad alto tasso di inquinamento. L’Amministrazione comunale dovrà mettere in campo tutte le iniziative per contrastare il fenomeno degli sforamenti dei livelli delle polveri sottili. Costituiremo un Osservatorio permanente della Sostenibilità Ambientale che agirà attraverso l’impiego di ausili elettronici di rilevamento dell’inquinamento atmosferico e interventi sul territorio della Polizia Municipale”.
“Per il raggiungimento del posto di lavoro, utilizzando fondi europei, si mirerà a creare una capillare rete di trasporti pubblici, basata su mezzi elettrici che verranno ricaricati sfruttando le energie rinnovabili; verrà incentivato l’uso massiccio della bicicletta a pedalata assistita per i piccoli chilometraggi e l’illuminazione pubblica sarà con tecnologie a basso consumo ed alto rendimento. Per ripristinare il dissesto del manto stradale già asfaltato saranno impiegati prodotti con materiali riciclati”.
“Messina soffre da sempre della piaga della congestione stradale. Il nostro progetto è quello di fluidificare il transito nelle strade cittadine incentivando l’utilizzo dei mezzi pubblici ecosostenibili, potenziando il trasporto pubblico, innovando l’attuale parco dei mezzi esistenti, favorendo quelli a emissioni ridotte, inoltre procederemo a una rimodulazione intelligente della rete di piste ciclabili”.
I giovani
Il Movimento propone la costituzione della Consulta dei Giovani come vero e proprio organo consultivo del Consiglio Comunale.
Tra le proposte:
● Potenziare i cinema e i teatri come luoghi di eventi rivolti ai giovani, alle famiglie, alle scuole.
● Creare presidi sul territorio a sostegno delle famiglie, attraverso spazi extrascolastici per il gioco e il tempo libero dei bambini.
● Istituire un consiglio comunale dei ragazzi, favorendo forme di consultazione degli adolescenti.
● Prevedere nel piano urbano del traffico e della mobilità aree protette per restituire piazze e strade al gioco.
● Una pianificazione tra Università e Comune che permetta di realizzare un pieno diritto allo studio delle fasce più deboli.
Lo Sport
“Vogliamo rinforzare le sinergie con le associazioni sportive per promuovere la cultura dell’attività sportiva come stile di vita sano per tutti i cittadini e per consentire ai cittadini di ogni età e in particolare a tutti i giovani e bambini di fare sport. Sarà importante creare una regia a livello cittadino che metta in rete tutti gli spazi sportivi disponibili, compresi quelli delle scuole, in modo da garantire un’ampia offerta sportiva distribuita su tutti i quartieri”.
Il programma prevede anche la realizzazione di aree attrezzate ad accesso libero per attività sportive, sul modello delle palestre all’aperto presenti ormai in molti comuni.
Beni culturali e promozione turistica
Attenzione puntata non solo sulla promozione di interventi che soddisfino le esigenze della cittadinanza ma anche del flusso turistico ordinario e crocieristico.
“Il passo preliminare a questa operazione sarà il censimento e la mappatura digitale di tutti i luoghi di interesse storico che insistono sul territorio comunale. Tali dati serviranno a implementare un’applicazione e un sito web che serva a promuovere l’asset culturale cittadino (anche attraverso canali social)”.
“Oltre ai luoghi culturali potenzialmente visibili, esiste anche un gran numero di siti che giacciono sepolti nel sottosuolo o che sono andati distrutti nel corso dei secoli. Si potrebbe recuperare e valorizzare questi “luoghi della memoria”, mettendo dei pannelli con rimandi multimediali, nei punti in cui questi si trovavano. L’idea è di creare un percorso guidato (con cartelli e linee o altri indicatori di direzione) volto ad aiutare i turisti a raggiungere i vari luoghi d’interesse della città. Il supporto economico per programmi di questo genere potrebbe provenire da specifici fondi europei legati allo sviluppo culturale o da quelli stanziati nell’ambito del PNRR. Un’altra questione che si la possibilità di sfruttare, da parte del Comune, delle agevolazioni per la riqualificazione del patrimonio architettonico comunale (bonus 110%)”.
Diritto alla casa
E’ uno dei grandi temi della campagna di Gino Sturniolo, partendo dal principio assoluto che “tutti hanno diritto a una casa in cui abitare”.
“La questione urbana è inscindibile dalla questione sociale: masse di salariati, di disoccupati e di giovani vengono totalmente esclusi dal diritto alla casa mentre vedono sorgere accanto a loro migliaia di manufatti. Una vasta manodopera ha costruito in gran numero case a cui non ha potuto accedere, mentre i figli della classe media, provvisti di risorse culturali ed economiche di origine familiare, sono emigrati investendole altrove, lasciando vuote e invendute le nuove case”.
“La nostra idea in campo urbanistico e abitativo consiste innanzitutto nel recupero dell’esistente, perché ci sono tante aree da recuperare e restituire al cittadino. Oggi la sfida della precarietà del lavoro, del reddito e della casa richiede nuove risorse nell’edilizia popolare pubblica e la tutela delle grandi fasce di popolazione colpite dalla crisi, attraverso una rigenerazione urbana che metta al centro i bisogni e non la rendita”.
Il movimento annuncia una serie di proposte da presentare entro 180 giorni dall’insediamento. La prima prevede la “costituzione di un’Agenzia Sociale per il Diritto alla Casa e all’Abitare che riunisca le competenze oggi divise tra i diversi uffici, coordini assieme le politiche per la casa e quelle urbanistiche e del territorio, coinvolga le migliori intelligenze della città e le forze sociali, dia la parola direttamente ai comitati locali e alle assemblee dei cittadini, attraverso la costituzione di Consulte Popolari. Obiettivo dell’Agenzia Sociale e delle Consulte sarà anche quelle di monitorare e rendere trasparenti lo stato di avanzamento degli impegni assunti nel PNRR, a partire dall’intervento sull’eliminazione delle baracche e la contemporanea realizzazione di case popolari a canone sociale”.
Lavoro
In un mondo dominato dal precariato “le città, e quindi i Comuni, sono un importante elemento di creazione di offerta di lavoro e hanno numerose competenze che incidono sullo sviluppo produttivo e quindi sui livelli occupazionali: in materia urbanistica, di lavori pubblici, edilizia scolastica, servizi sociali, igiene ambientale, turismo e cultura, oltre alle specifiche attribuzioni in materia di attività produttiva e in particolare al commercio. Il Comune è anche un importante datore di lavoro, sia direttamente, sia attraverso le partecipate e i servizi in convenzione”.
“Negli ultimi 10 anni il Comune di Messina ha perso circa 700 dipendenti e con una pianta organica di oltre 2000 lavoratori si trova oggi ad averne poco più di 1100. Tra le nostre priorità c’è l’inversione del processo di desertificazione del Comune. Bisogna che abbia fine la colpevolizzazione dei lavoratori. Bisogna valorizzare le competenze acquisite negli anni e bisogna tornare ad assumere. Senza lavoratori non si possono erogare servizi. Senza servizi i cittadini pagano a vuoto i tributi ed è l’economia cittadina nel suo complesso a risentirne”.
Servizi Sociali
“La nostra idea è quella di una città inclusiva, attraverso un approccio improntato all’autonomia e non all’assistenzialismo. Costruire una comunità solidale e accogliente vuol dire mettere al centro il tema dei diritti e favorire la partecipazione di tutti; restituire tempo alle famiglie con servizi di cura, anche con il contributo del volontariato. Mettere a sistema tutti i servizi sociali con quelli legati all’istruzione, ripensarli in funzione delle reali esigenze dei cittadini e dell’organizzazione delle famiglie, valorizzare il personale dipendente del Comune e rafforzare il collegamento tra i servizi pubblici e i servizi offerti dal mondo privato e non-profit. Articoleremo la nostra azione nelle seguenti 5 macro aree:
- Servizi sociosanitari
- Servizi socioculturali
- Disabili e terza età
- Elementi di politica sociale
- Sostegno contro le discriminazioni di genere
Messina una città in blu. L’impegno contro l’autismo
“Un nostro impegno sarà realizzare l’attuazione del programma Regionale unitario per l’autismo di cui al comma 8 dell’articolo 25 della legge regionale 22 dicembre 200 n. 19″.
“Vogliamo creare un sistema cioè prenderci cura dei bambini, degli adolescenti e degli adulti con il disturbo dello spettro autistico di tutte le età, che potranno essere accolti negli spazi diurni individuati. Bisogna fare fronte ai bisogni delle persone con autismo e di conseguenza dei loro familiari, fornendo un sostegno diretto e continuativo, in grado di favorire la crescita personale dei soggetti autistici e rinforzare le famiglie di questi. Per massimizzare l’efficacia sociale e culturale dell’azione deve essere previsto il coinvolgimento di tutte le realtà di riferimento, dai semplici cittadini alle istituzioni scolastiche, sociali e sanitarie. Dare piena attuazione alla legge n.112/2016, il Dopo di Noi”.
Una città accogliente
“È giusto aiutare chi fugge dalla guerra in Ucraina, ma in egual misura bisogna accogliere i profughi di tutte le guerre e di tutte le dittature, come prescrive l’art. 10 della nostra Costituzione”.
“La città che vogliamo non conosce stranieri, si adopera per l’inclusione sociale e lavorativa di donne e uomini migranti, rafforzando i servizi destinati all’integrazione e prevedendo spazi di partecipazione e accessibilità”, attraverso processi di inclusione sociale, rappresentanza, cittadinanza, solidarietà.
Un’attenzione particolare viene riservata alle donne migranti “spesso il bersaglio più debole della violenza di genere. Sarà realizzata una rete di accoglienza specifica, con la creazione di case rifugio adibite al percorso di supporto e integrazione delle donne migranti e dei minori.
La pace un bene fondamentale
“Condanniamo la decisione del governo Draghi e del parlamento italiano di inviare armi, siamo contro l’aumento delle spese militari. Siamo ora dentro una spaventosa crisi umanitaria che colpisce il popolo Ucraino, siamo cobelligeranti in una guerra contro la seconda potenza nucleare del pianeta, stiamo pagando come Italia e come Europa, e sempre più pagheremo, il costo di sanzioni che colpiscono duramente il popolo Russo, ma colpiscono anche i nostri popoli, lasciando gli USA come i soli ad avvantaggiarsi di tutto questo. L’Europa e l’Italia in essa devono ritrovare un vero ruolo negoziale. Dobbiamo fare di Messina e della Sicilia una città e una regione di pace e denuclearizzate, riaffermando così il valore della Costituzione e in particolare dell’art. 11: L’Italia ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali.