“O vengo messo nelle condizioni di raccogliere, nei prossimi cinque anni, assieme ai partiti della coalizione, quello che abbiamo seminato, altrimenti mi metto da parte”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci ai giornalisti nel corso di una conferenza stampa a Palazzo d’Orlèans a Palermo. Musumeci ha affermato di essere pronto “a fare un passo indietro” sulla sua ricandidatura se il centrodestra lo riterrà necessario.
In effetti, quello del Governatore é più un passo “di lato”. Quel suo “toglierò il disturbo”, pronunciato martedì a Catania, avrebbe potuto far presupporre decisioni ben più drastiche, come il ritiro dalla corsa alle regionali. Ritiro che, oggi, il Presidente, comunque, non esclude. Il suo è un “aut aut”: o il sostegno da parte degli alleati è totale e il gioco finisce qui.
A pesare sono soprattutto gli attacchi interni alla coalizione
“In quest’ultimo anno ho subito attacchi indicibili dal fuoco amico – ha aggiunto Musumeci – preoccupato più a delegittimare il presidente della Regione che ad attaccare le opposizioni. Ho avuto ottimi rapporti con i segretari dei partiti della coalizione fino a qualche mese fa. Pur risultando vincente in tutti i sondaggi ad opera di istituti nazionali degli ultimi sei mesi, in tutti quelli possibili, in tutti gli scenari possibili elettorali che mi danno vincente, eppure per alcuni miei alleati rimango un presidente divisivo e ricevo attacchi, è un paradosso nella terra dei paradossi”.
La decisione definitiva potrebbe arrivare la settimana prossima
“Dopo i ballottaggi (il 26 giugno, ndr) si riuniranno a Roma i leader del centrodestra. Ho detto alla mia leader Giorgia Meloni, che ringrazio per la tenacia la perseveranza e la passione con cui ha difeso la mia ricandidatura, che – ha chiarito il Governatore – se al tavolo nazionale il mio nome dovesse risultare divisivo sono pronto a fare un passo di lato”.
“Mi chiedono – ha proseguito – se voglio o se ho chiesto alla Meloni un posto il Parlamento a Roma. Io rispondo che non svendo la mia terra e il mio popolo per un posto nel Parlamento nazionale. Sono di un’altra pasta. Non accetto compromessi, la Meloni non ha mai proposto un baratto del genere. Lei conosce bene la mia moralità e io conosco bene la sua fermezza”.
Il Presidente della Regione ha anche chiarito che non intende dimettersi
“Non so cosa sia la parola resa e neanche la voglia di mollare perché io non mi dimetto, ho un impegno col popolo siciliano che ho assunto quando mi ha eletto 5 anni fa e lo farò fino all’ultimo giorno. Servirò il popolo siciliano nei suoi legittimi interessi rimanendo con la schiena dritta, con la stessa integrità morale e con lo stesso entusiasmo fino all’ultimo giorno. Andrò in giro per la Sicilia a inaugurare nuove opere, aprire nuovi cantieri”.
“Ho ricevuto centinaia di messaggi da tutte le forze politiche, anche da esponenti di opposizione, in tanti mi hanno esortato a non arrendermi a non darla vinta a non mollare. Li ringrazio per il loro affetto, ma ricordo che la mia non è una scelta di resa – ha concluso – non mi sono ai arreso nella mia vita pubblica e privata tranne una volta quando il Padre eterno ha voluto chiamarsi mio figlio”.