Ad aprile era stato arrestato dalla procura di Patti per atti persecutori aggravati, rapina aggravata e diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti. L’uomo, un 47enne di Brolo, avrebbe sottoposto a molestie una donna, con reiterate forme esplicite di violenza e minaccia, anche in presenza di testimoni.
Dopo essere stato rimesso in libertà, l’indagato aveva comunque il divieto di avvicinamento alle persone offese. Ma il 47enne ha violato la misura restrittiva, come accertato dai carabinieri della stazione di Brolo. I militari, infatti, nel corso dell’intervento, hanno avuto modo di riscontrare la presenza dell’uomo sulla pubblica via, nei pressi dell’abitazione occupata dalle “vittime”, nonostante gli fosse stato imposto di non avvicinarsi.
Pertanto, alla luce della comunicazione inoltrata dai Carabinieri di Brolo e su richiesta del Pubblico Ministero, il Gip del Tribunale di Patti, in aggravamento della misura cautelare del divieto di avvicinamento alle persone offese, ha previsto la misura cautelare degli arresti domiciliari, disponendo di fatto le stesse restrizioni a cui l’uomo era stato originariamente sottoposto, nel mese di aprile scorso, all’atto dell’esecuzione del provvedimento emesso nell’ambito dell’indagine condotta nei suoi confronti.
Secondo le indagini che avevano portato, ad aprile, all’arresto dell’uomo, il molestatore non perdeva occasione per cercare di incontrare incontro con la donna, con “una non comune insistenza”, mostrando “platealmente una pervicacia ed una inclinazione delinquenziale verso la commissione dei delitti perpetrati”.
In particolare, in un’occasione, l’uomo ha aggredito la sua vittima sottoposta a continui ricatti ed intimidazioni, colpendola al setto nasale con una testata e procurandole un trauma con fuoriuscita di sangue, dopo essersi introdotto all’interno dell’attività commerciale vittima. Si è impossessato, inoltre del suo telefono cellulare e, in un’altra circostanza, le ha sottratto la somma di 1250 euro, prelevandola con violenza dalla sua borsa.
Si è reso persino responsabile, inoltre, dell’invio di materiale intimo che ritraeva la donna che, alla fine, lo ha denunciato.