Uno squarcio che ci lascia intravedere cielo e mare e che porta un tuffo al cuore quando, da messinese, ci si trova a passare davanti a quell’enorme stabile in macerie che per tutta la Città dello Stretto è sempre stata la Fiera Campionaria Internazionale di Messina.
Nel 1938 nasce Fiera delle attività economiche siciliane, dall’ex “chalet” a punto di ritrovo economico e ricreativo. Diventerà Fiera Campionaria Internazionale nel 1955.
Ricordi un po’ ingialliti per i più anziani, più vividi e vicini per i più giovani, ma mai scomparsi dalla memoria e che mai dimenticheremo, ricordi tramandati prima dai nostri nonni e poi dai nostri genitori.
I racconti di quando la Fiera di Messina era il “salotto elegante” della città, con l’Irrera a Mare meta di personaggi importanti, star del cinema italiano e straniero con la Rassegna cinematografica internazionale di Messina e Taormina e la consegna dei David di Donatello.
Serate d’estate, scatti in bianco e nero di un’ epoca lontana. Fino ai giorni nostri e dei nostri figli, giorni in cui la Fiera ci ha regalato serate tra le mura ormai troppo invecchiate e trascurate di uno stabile che ha fatto la storia della città.
Fino all’inarrestabile discesa, per colpa forse anche della globalizzazione e di un grande cambiamento culturale che ha portato il “colosso dello Stretto” al capolinea. Una morte silenziosa che, anno dopo anno, ha trasformato la Fiera Internazionale da evento principale dell’estate messinese, a grande mercatino di abbigliamento e pentole antiaderenti.
Lentamente i piani superiori sono diventati stanzoni chiusi e abbandonati e gli espositori di un tempo hanno smesso di prenotare il tanto conteso stand espositivo. E così anche la città e i suoi visitatori si sono rassegnati e l’hanno dimenticata. Ma, forse mai veramente cancellata dai propri ricordi.
Un tuffo al cuore, davanti a quel buco vuoto fatto di calcinacci che trascina le menti di chi Messina l’ha conosciuta e vissuta agli anni in cui vi era la certezza che ogni estate la fiera sarebbe stata lì ad aspettarci, dall’ 1 al 16 agosto, con la chiusura dopo il festoso Ferragosto messinese e i suoi indimenticabili fuochi d’artificio.
Giochi, buste sorpresa, bambini con biciclette e palloncini, artigiani provenienti da paesi lontani.
E quell’odore indimenticabile misto a noccioline e zucchero filato che l’aria calda dell’affaccio a mare diffondeva ovunque su quell’ imponente pezzo di passeggiata sullo Stretto di Messina.
Oggi la grande Fiera della città lascia lo spazio alle macerie, magari sperando che possa aprirsi al cielo e la vista al mare.
Ma forse a tanti messinesi, i più sentimentali, senza la Fiera l’estate non sembra estate, e quel buco vuoto “troppo ingombrante” fa ancora un po’ di male.