Un pomeriggio di fine agosto che porta con sè il ricordo di una lunga estate, il mare, gli scogli, la salsedine e tante calde notti della Sicilia… Guardando quegli occhi cangianti e profondi di Antonella (in America, Antonette) Fortunato Sinatra, ci si rispecchia in una siculoamericana, che nell’animo è rimasta mediterranea pura.
Dopo le consuete presentazioni e il permesso di registrazione, lei manifesta felicità dell’opportunità, offertale dal giornale “America oggi” di New York. Un’intervista nella quale si apprende che è nata a Castellammare del golfo ( prov. Trapani) ed è emigrata con i genitori all’età di otto anni. Dato che erano 40 anni che sua mamma non si vedeva con la propria, emigrata nel nuovo mondo, emigrò anche lei per rincongiungersi. Ha vissuto a Brooklyn ed è stata accolta a braccia aperte dagli italoamericani. Quando li ha frequentati, si è sentita in un porto sicuro, l’appoggio per il suo cammino e quello familiare. Ha studiato in America e ha lavorato presso The Pod Hotel E.51 Street, New York. Ha potuto comprendere che la fratellanza in terra straniera è davvero indispensabile. Ora vive a New York e d’estate dimora in una casetta di fronte al mare. Per Antonella il mare è salubrità: è il sogno siciliano. È come rivivere un’infanzia interrotta da un lunghissimo viaggio oltreoceano; percorrere lidi lontani e guardare di sbieco l’immagine di un amore mai cancellato. È come sentire i profumi, gli odori, il dialetto siciliano stretto della gente di paese, degli uomini anziani che stanno seduti fuori, in piazza, a giocare a carte, mentre le donne preparano per loro. È guardare con la mente i bambini giocare a palla per strada ed estasiarsi con le zagare di Sicilia. Quanta differenza tra l’America e la Sicilia, vero? Eppure Antonette ha tanta nostalgia di quei luoghi… Quando viene in Italia va in Sicilia, ma per lo più a Roma, dove ci sono ancora i parenti di suo padre. Tuttavia sogna sempre Castellammare. Le si chiede quanti figli abbia. Risponde che ne ha due: Jessica e Andrea.
La figlia è una scrittrice di favole, conosciuta in America, ha, infatti, scritto quattro libri di successo ed ha incoraggiato sua madre per il libro sulle api. Il figlio è un bravo medico. Molte le battaglie da lei combattute, tra queste ha lottato e sconfitto il cancro.
Donna saggia e virtuosa ci confida che, oggi più che mai, apprezza la natura. Una notte ha sognato le api ed ha voluto studiare il grande e infaticabile lavorìo che svolgono per l’uomo. Ha deciso di appuntare in un libro i suoi pensieri. È nata, perciò, la favola delle api: “Bee live. A bee’s Story”. Un libro bellissimo con traduzione. Qui l’italoamericana fa percepire ai lettori, che senza le api non ci può essere vita sulla terra. Suggerisce ai bambini di amare la natura e di avere sempre la mente aperta.
Questo è ciò che vuole insegnare ai piccoli, di amare il creato. Senza le api non possono esserci frutti, ortaggi, insomma, la vita finirebbe. Lo scopo della vita sono le api, ammonisce: “non fatele scomparire”. È una favola che, sostenuta da un pubblico interessato, sta riscuotendo molto successo. Ne ha parlato recentemente, facendone notare la bravura, anche la giornalista Cav Josephine Buscaglia Maietta, conduttrice della trasmissione “Sabato italiano” di Radio Hofstra University di New York. Qualche tempo fà in radio è già stata ospite la scrittrice Jessica, figlia di Antonette. Ci svela che Josephine rappresenta la forza di un leone, l’unione tra Italia e America, perno degli italoamericani. Quando Antonella ha saputo che Josephine trasmette fino in Australia, ci rammenta che ha dei parenti a Sidney, precisamente la cugina Cristina, a cui invia un abbraccio affettuoso. Stiamo per concludere ’avvincente intervista-gemellaggio tra America oggi(New York), Messinaweb.tv(Sicilia) e Allora! (Australia), quando le si chiede se il suo cognome altisonante abbia delle affinità con “The voice”, il grande Frank. Con modestia Antonella ci rivela che, dopo varie ricerche, è venuta a conoscenza che il cantante più famoso del mondo, Frank Sinatra, originario di Lercara Friddi, Palermo, è un cugino dei suoi genitori. Parlando di lui è come dondolarsi dolcemente in un’amàca e sognare il passato, il presente e il futuro. Come diceva Ugo Foscolo ciò con cui si supera il pessimismo, aggrapparsi agli ideali: la patria, la gloria, l’amore. L’ultimo saluto dell’intervista è una frase colma di piacevoli frammenti di ricordi. Con un velo di maliconia Antonella sussurra: I love Italy, I love America. Ci guarda come se volesse abbracciare il tricolore, cullarsi in una realtà che ama e che ha dato grandi opportunità a lei e alla sua famiglia. Antonella ama l’America e ama l’Italia. Ai giovani italoamericani dice: Forza America e Forza Italia!.
L’epilogo dell’intervista è il saluto ed un abbraccio al cugino che non ha mai potuto incontrare, proprio lui, Frank Sinatra. Con voce fiera e orgogliosa ripete: I love “My way”.