“Uno dei tanti problemi dei commercianti messinesi sta nel fare commercio in una città vecchia, in una città che non ha mai messo in moto degli strumenti che possano servire a modernizzarla. Il problema è la mancanza di comunicazione tra l’amministrazione e i commercianti (che sono quelli su cui questi provvedimenti agiscono in qualche maniera) e credo che debba essere necessario un cambio di passo verso un sistema più democratico. Io proporrei sempre di fare un tavolo tecnico permanente aperto a tutti i commercianti che vogliono partecipare, perché è un altro dei problemi di questa città: la crisi della rappresentanza.
È vero che ai tavoli sono sempre presenti i rappresentanti di Confcommercio e Confesercenti ma i quali, però, non ascoltano la base […] e i provvedimenti presi danno come conseguenza quello che vediamo: una città sempre più morta.
Quindi gli assessorati al commercio non si sono mai occupati del commercio locale o perché non l’hanno voluto fare o perché non avevano competenze per poterlo fare” lo sfogo di Giambattista Arrigo, ex presidente dell’associazione ‘Mille Vetrine’ e proprietario di una nota attività commerciale in via dei mille, che per anni si è battuto per l’isola pedonale, cercando di voler contribuire a risollevare e valorizzare quella zona commerciale.
Sembrerebbe che quindi alla base vi sia un problema comunicativo: le istituzioni di rappresentanza non ascoltano tutti i vari problemi dei commercianti e che poi, sedendosi ai rispettivi tavoli tecnici, questi non vengono riportarti. Purtroppo però, a pensare solo ad una cerchia ristretta ciò che se ne ricava è solo una crisi sempre più ampia, nonostante non manchino gli svariati problemi dovuti alla pandemia e al rincaro prezzi che, per il momento, sembrerebbe sia legato principalmente al food e non al resto degli esercenti.
Prosegue: “Voglio quindi un appello: che l’amministrazione, qualunque essa sia, usi dei sistemi democratici e faccia in modo che i commercianti – alla base e non soltanto le istituzioni che li rappresenterebbero – devo usare il condizionale per ovvi motivi perché di fatto non c’è una reale rappresentanza, abbiano una comunicazione. Che l’amministrazione possa ascoltare quelle che sono le esigenze del commercio locale, e il commercio locale naturalmente deve anche rimettersi in discussione e fare anche il proprio”.