Il testo raccoglie dodici racconti e tredici poesie, ed affronta un argomento forse oggi un po’ troppo frettolosamente trascurato: il silenzio, inteso come capacità unica di mettersi in relazione con l’altro, lontano dall’essere sinonimo di assenza di comunicazione.
E nel silenzio si apre la possibilità di ascoltare l’altro: non un ascolto passivo, ma empatico, con lo scopo di aiutare chi ci sta parlando entrando nella sua sofferenza; poiché il silenzio, come dice Simone Weil, “permette di cogliere verità che altrimenti resterebbero celate per sempre”.
Ed è su questo che la scrittrice pone le basi della sua ultima fatica letteraria, mettendo nero su bianco il linguaggio della sua emotività: lei, così poco incline alla loquacità, ha voluto sperimentare questa modalità comunicativa privilegiata per entrare in diretto contatto con l’altro ed aprire il suo cuore raccontando esperienze di vita vissuta al servizio di chi spesso una voce non ce l’ha o è stata soppressa.
In una società troppo spesso abituata al silenzio sterile, con questo volume l’autrice restituisce dignità all’espressione comunicativa più autentica, sgretolando le barriere della banalità comunicativa.
In contrasto con le troppe parole vuote che oggi si sprecano sui social media, questo libro rimette ordine nei nostri silenzi, nei silenzi odierni e in quelli passati, spesso rimasti sopiti dalla paura di risvegliare ricordi infelici. E vi è senz’altro l’eco di ciò che la stessa Rosanna Affronte ha vissuto, direttamente o indirettamente; esperienze vissute sulla scia della immedesimazione nei panni altrui che l’autrice consegna ai suoi lettori con grande generosità.