L’esposizione, visitabile fino a fine mese, e composta da fotografie in bianco e nero e frottage realizzati nel 2016, è dedicata alla fragilità delle betulle dell’Etna.
La mostra è presente anche a Catania, città d’origine dell’artista, al KōArt /Unconventional Place di Catania, dove è possibile ammirare le istantanee pubblicate all’interno del libro edito da Ed. Quaderni d’Arte KōArt/Unconventional Place, Catania del maggio 2021 con i testi di Aurelia Nicolosi e Ilenia Vecchio.
L’intento dell’artista è di porre l’attenzione su una problematica ambientale che affligge la zona del Monte Sartorius, nella zona settentrionale del Parco dell’Etna, riguardante le betulle, alberi che da anni soffrono di una moria sempre più diffusa sia a causa dei cambiamenti climatici sia a causa dell’incuria dell’essere umano. L’attenzione verso i betulleti ha dato il via al progetto di creare una mostra che risuonasse come un grido di aiuto per portare soccorso ad una specie che da millenni popola la nostra terra.
“Il cuore della mostra è la Betulla Aetnensis, una pianta presente sul territorio etneo che possiede tante simbologie legate alla spiritualità, ma è anche una pianta che resiste e permane nel tempo nonostante diverse incurie. Negli ultimi dieci anni, documentando con la fotografia periodicamente lo stato di salute di quest’albero, mi sono resa conto che qualcosa stava cambiando; c’è infatti una parte del Monte Sartorius chiamata cimitero delle betulle perché a causa del cambiamento climatico questa pianta è sottoposta a dei crolli di una parte del bosco che ci dicono che la pianta è in sofferenza. La cosa che ho notato è che un aiuto importante può venire dall’uomo che dovrebbe averne cura. Le Università di Messina e Reggio Calabria stanno studiando ciò che sta accadendo e fortunatamente si sta prestando attenzione a questa emergenza. La mostra è una dedica al nostro territorio e a questa meravigliosa pianta che resiste al tempo nonostante tutto”.