Magda è una ragazza che, attraverso lo sport, ha cambiato la sua visione di vita.
Dopo aver notato dei casi di bullismo all’interno della scuola frequentata da suo nipote, ha deciso di voler avviare un progetto al fine di contrastare casi di bullismo e cyberbullismo nelle scuola ma, purtroppo, la sua richiesta non è ancora stata presa in carico e si appella quindi a chi di competenza per poterlo avviare al più presto: “Io ho fatto questa richiesta a novembre ma purtroppo, per svariati motivi, il tutto è slittato a gennaio. Purtroppo, come abbiamo visto, è successa la tragedia del ragazzo di 17 anni. Quello che mi chiedo è però, perché aspettare la tragedia? Perché non pensare di avviare il progetto prima che accada questo, piuttosto che limitarsi a pubblicare sui social con lo scopo di ottenere solamente like? Secondo me il percorso psicologico è importantissimo, ed io l’ho capito adesso a 27 anni. Mi rendo conto che a scuola, in base ad esperienze personali, servirebbe. Ed io la richiesta l’ho fatta” , dichiara.
Non è il primo impegno per il sociale; Magda è stata testimonial di “Arianna: fuori dal labirinto”, un progetto del CSI di Messina, avente lo scopo di aiutare i giovani che vivono un disagio sociale a trovare un modo per tirarsi fuori dalle varie proprie complicate storie di vita.
Di seguito alleghiamo la lettera a noi inoltrata:
Il mio nome è Magda e sono una ragazza che alle spalle ha una grande storia di riscatto sociale, che attraverso lo sport e chi di competenza è riuscita ad essere un’altra persona, riuscendo
anche a sfogare una rabbia che fino a quel momento non ero riuscita a tirar fuori e, come io stessa posso affermare e confermare: “Sono tanti i ragazzi che ancora oggi, per vari motivi, non riescono a buttare fuori tutte le angosce, paure e ansie che vivono nel loro interno”.
Tematiche che mi hanno portato, negli ultimi mesi, nella mia Città, Messina, a richiedere di occuparmi anche di mediazione scolastica e, pur non avendo titoli a riguardo, ho provato ad avviare progetti, proprio per combattere questi fenomeni, anche rivolgendomi ad autorità competenti nell’ambito della assistenza sociale minorile.
Richieste inascoltate, con le famiglie che spesso difendono i proprio figli dietro l’ombra della buona condotta tra le mura domestiche e i modelli della famiglia perbene.
Bulli però si, poiché nel soggetto che compie atti verso i più deboli, spesso vi è un complesso di inferiorità che lo porta a prevalere sul prossimo.
Tematiche che riportano alla ribalta a quanto successo nella Città dello Stretto, Messina, con la scomparsa di un 17enne, trovato il giorno dopo la denuncia dei genitori, deceduto e con le cause ancora da chiarire. Sembrerebbe un caso di suicidio, ma cosa spingerebbe un un ragazzo di 17 anni al suicidio ?
Credo che attori sociali e politici dovrebbero attuare una politica del “fare” e non del crearsi solo il consenso, attraverso lanci di slogan o progetti che già io stessa avevo pensato bene
di attuare nel mese di novembre e che mettono in risalto le criticità del modello scuola di cui siamo tutti a conoscenza.
La notizia della morte del giovane si è sparsa velocissima. Tra amici, docenti, compagni di scuola e familiari… c’è molta incredulità.
Anche io sono rimasta rimasta incredula e sconvolta alla notizia, poiché ho cercato e provato ad avviare un percorso formativo all’interno delle scuole diverso dai soliti e, come spesso accade, la mia richiesta è rimasta inascoltata.
Credo di meritare ascolto, credo che questi giovani meritino ascolto, così come meritava lui, il giovane 17enne, che forse si è spinto verso un gesto estremo perché proprio inascoltato e come tanti, non riusciva a far venire fuori le angosce che da dentro lo opprimevano.
Aiutiamoli, chiedo solo questo.
Magda.