E’ stato presentato il film “La via del ferro” del regista messinese Francesco Cannavà.
All’incontro, che si è svolto all’Hotel Residence CineApollo, hanno preso parte, insieme a Cannavà, anche l’Assessore alla Cultura del Comune di Messina, Enzo Caruso, che ha portato i saluti del sindaco Federico Basile, il protagonista di questo documentario, lo scultore del ferro Fabio Pilato, la titolare della Multisala Apollo Loredana Polizzi e il giornalista e critico cinematografico Franco Cicero.
Francesco Cannavà ha sottolineato la recente partecipazione del suo lavoro alla 40esima edizione del Torino Film Festival, dichiarando: “Dopo 33 anni un film interamente prodotto e realizzato a Messina è stato selezionato per partecipare a un concorso che rientra fra i più importanti Festival internazionali di cinema e per me rappresenta un motivo di grande orgoglio. Questa è la conferma dell’insegnamento di Fabio Pilato e dei pesci dello Stretto, che tutto è possibile”.
Loredana Polizzi e Franco Cicero hanno introdotto la serata – evento di sabato 28 gennaio alla Multisala Apollo, nella quale si svolgerà l’Anteprima messinese del film, in programma alle ore 20.30 e che è già sold out.
Saranno presenti Francesco Cannavà, Fabio Pilato, i produttori Arturo Morano e Renata Giuliano, il compositore delle musiche Tony Canto e alcuni membri del cast artistico, che incontreranno il pubblico della Città dello Stretto. Modererà Franco Cicero e, a seguire, ci sarà la proiezione.
Vista la grande richiesta di partecipazione da parte del pubblico, è stato previsto un secondo appuntamento alle ore 22.00. Entrambe le proiezioni hanno ingresso gratuito.
Il documentario, prodotto da Art Show e 8 Road Film in collaborazione con la Fondazione U. Bonino & M.S. Pulejo – Gazzetta del Sud e Sicromie, affronta la sofferenza fisica, le terapie invalidanti, il dolore e l’incertezza davanti a cui ti mette una grave malattia, per poi trasformarle in opere artistiche e in nuova linfa vitale.
È questa l’avventura umana e artistica di Fabio Pilato, personaggio noto a Messina, la sua città, che da impresario edile diventa scultore del ferro.
Anno 2006. L’insonnia picchia duro a causa della chemioterapia e una notte, come antidoto alla sofferenza fisica, Fabio sceglie di uscire in mare con la sua piccola barca, ormeggiata a Torre Faro, la punta della Sicilia che si protende verso la Calabria, nello Stretto di Messina. E proprio lì in balia del mare e delle correnti, tra Scilla e Cariddi, osservando le onde riesce a domare pensieri e fantasmi e a prendere ispirazione per affrontare la malattia.
È l’alba, Fabio torna a terra. Si imbatte in un gruppo di pescatori e vede sui banchi alcuni pesci morti, che osserva ora con occhi nuovi. Vorrebbe rigettarli in mare, regalargli di nuovo la vita, ma non è possibile. D’istinto prende una pietra bianca dalla spiaggia, la porta a casa e con un giravite e un seracco crea una scultura: il suo primo pesce. Da quel momento, comincia la sua avventura artistica che lo porterà a produrre sculture in ferro di pesci, polipi e altri animali marini, tutti a grandezza naturale, con un obiettivo: renderli immortali.
2022. “Due sponde in continuo dialogo mostrano all’uomo la via” si legge in apertura del corto. La Via del Ferro è la via del rapporto simbiotico tra uomo e natura, della trasformazione del dolore in poesia, della passione per il mare che tiene il protagonista legato alla vita.
Un documentario potente, eppure delicato che, onda dopo onda, ci narra la storia vera di una rinascita.
Ingresso con prenotazione obbligatoria alla mail laviadelferroinfo@gmail.com