La pirateria ha senz’altro acceso numerosi dibattiti nel corso tempo; una realtà ben nota, sin dai tempi antichi, per i contorni criminali e violenti da cui era sovente tratteggiata. Ma se tali comportamenti banditeschi erano ampiamente tollerati verso il genere maschile, non altrettanto si può affermare per il “gentil sesso”. Sì, perché le “piratesse” esistevano davvero, e non è una leggenda!
Conosciamo bene le ferree regole vigenti all’interno della vita marinaresca, per la quale non era consentito l’accesso alle donne a bordo delle imbarcazioni: secondo alcuni, i motivi erano di natura scaramantica; secondo altre ipotesi, invece, la presenza di donne avrebbe potuto scatenare episodi di violenza. Sta di fatto che quel mondo, come accadeva nella maggior parte degli ambienti settecenteschi, era abbastanza misogino.
Eppure, di tanto in tanto capitava che, sotto gli abiti maschili, si scorgevano fattezze ammorbidite, volti sbarbati, mani esili che non avevano timore ad impugnare una spada affilata.
Conosciamo i nomi di queste donne progressiste che, contro ogni pronostico, hanno deciso di stravolgere gli stereotipi per dire “basta” alla prepotenza dall’uomo che le voleva sottomesse a tutti i costi.
“Pirate Queens”, il nuovo disco di Giovanni Pollastri e Annie Saltzman Pini, in uscita proprio in occasione della festa della donna, intende porre l’accento proprio su queste figure con il duplice intento di proporre un contenuto che potesse essere di interesse culturale, o anche semplicemente di intrattenimento, ma con un focus sulla parità di genere in un ambiente così difficile, complesso e maschilista la pirateria.
In 10 brani che accompagnano dentro le atmosfere che caratterizzano quel mondo, la voce potente della newyorchese Annie Saltzman Pini e la maestria compositiva di Giovanni Pollastri proiettano l’ascoltatore verso un viaggio immaginario in mare aperto tra le acque dei Caraibi o lungo il fiume Hudson a Manhattan, nel paziente ascolto del racconto di queste donne.
Ogni brano è dedicato ad una famosa piratessa; il singolo apripista è dedicato ad Anne Bonny, probabilmente la Pirate Queen più famosa, nata a fine Seicento in Irlanda, la cui tormentata esistenza è stata un continuo oscillare tra romanticismo, ribellione e voglia matta di sentirsi libera e indipendente.
Annie Saltzman incarna perfettamente lo spirito delle piratesse, sostenuta dagli arrangiamenti di Giovanni Pollastri che, in questo disco, nato, per usare un’espressione idiomatica, “out of the blue”, all’improvviso (è per tale motivo che il duo ha deciso di chiamare così il progetto) ha suonato tutti gli strumenti, unendo ritmiche più sostenute, tipiche dell’andamento della nave, ad armonie più drammatiche come le scelte per la conquista del bene più prezioso. È il segno della svolta: un punto di vista diverso, il punto di vista di chi ce l’ha fatta.