In occasione dell’evento tradizionale della Vara si è riscontrata, a margine, la riproposizione di quel ben noto “protagonismo presenzialista” dell’ex sindaco di Messina ed attuale sindaco di un altro Comune della nostra provincia.
Protagonismo significato dall’intervento-intervista fatto in TV durante la trasmissione in diretta dell’ evento religioso,e, soprattutto, dal suo ingresso in Piazza Duomo da ” descamisado” seguito dai suoi ” fedeli” in mezzo alla folla come se volesse ” vampirizzarne” l’ energia; ingresso avvenuto non al seguito della “Vara”, ma prima che la macchina votiva giungesse alla fine del suo percorso.
Un “coup de theatre” come ad enfatizzare la sua presenza invadente nella città da cui ha deciso di allontanarsi.
Mentre il Sindaco Basile con il suo abbigliamento ” cerimoniale” seguiva la processione insieme alle autorità religiose.
Ma viene da chiedersi quale rapporto attuale abbia l’ex sindaco con il Comune di Messina, dato che si è dovuto dimettere da Presidente del Consiglio comunale e da Consigliere comunale per poter partecipare alle elezioni comunali di Taormina, e dato che anche nelle elezioni regionali ha optato per la sua elezione all’A.r.s. per un altro collegio e non per quello di Messina e provincia.
Senza contare che, per ribadire la centralità del nuovo Comune che sta gestendo, e che per lui è diventata la sua “nuova piccola patria” a cui ha giurato fedeltà e dedizione assoluta, ha nominato addirittura il Sindaco di Messina che è anche il Sindaco della città metropolitana e che dovrebbe svolgere tale ruolo in maniera imparziale rispetto a tutti i centootto Comuni della Provincia, quale esperto e consulente, come a ribadirne la “subordinazione”.
Ma tutto questo riporta ad una verità semplice ma scomoda.
Una verità che venne evidenziata subito dopo le elezioni amministrative del giugno 2022, quando in un comizio a piazza Duomo che vedeva sul palco anche il nuovo Sindaco della città venne collocato un cartonato con le sembianze dello stesso Sindaco Basile, “cartonato” verso cui l’ex sindaco De Luca aveva lanciato una reprimenda ribadendo che il successo elettorale fosse dovuto al suo impegno personale, e spegnendo così sul nascere qualsiasi espressione di “autonomia” a partire dalle nomine degli assessori e dei vertici e c.d.a. delle società partecipate.
Veniva così riaffermata quella “tutela” che è andata concretizzandosi ogni qualvolta si sia proceduto a nomine od incarichi, che hanno riguardato, quasi sempre, soggetti che hanno appoggiato la candidatura del ” sindaco itinerante” a Presidente della Regione, o che si sono schierati nelle liste della sua coalizione.
E dopo l’ultimo “episodio” verificatosi il giorno della Vara viene evidenziata la specificità anomala che vige attualmente nella realtà cittadina a livello politico-amministrativo; e che vede un Sindaco ufficiale eletto dai cittadini ed un sindaco “dietro le quinte” che ha un peso condizionante sulle scelte che riguardano la gestione del Comune di Messina. Dando luogo così ad una sorta di “diarchia” che oggi sopravvive solo nel Principato di Andorra e nella Repubblica di San Marino.
Gruppo di iniziativa e resistenza civica
“Rispetto Messina”