L’ex sindaco Renato Accortini, l’ex rettore Pietro Navarra il liquidatore e amministratore unico Dario Latella, sono sono stati assolti dalla Corte dei Conti dall’accusa di danno erariale, nell’ambito della vicenda Innovabic, società partecipata del Comune, fallita lo scorso anno e di cui Università, Comune ed ex Provincia regionali erano soci al 33%. A giudizio erano finiti anche l’ex assessore provinciale Michele Bisignano, l’ex assessore comunale Orazio Miloro e Antonino Germanà, designato in quota Università.
Come si legge nella sentenza, “La Corte dei Conti, sezione Giurisdizionale per la Regione Sicilia dichiara inammissibile l’atto di citazione nei confronti dei convenuti Antonino Germanà, Michele Bisignano e Orazio Miloro e compensa, nei loro confronti, le spese di giudizio”, rigettando le domande del procuratore regionale “di cui all’atto di citazione nei confronti di Dario Latella, Renato Accorinti e Pietro Navarra, e per l’effetto, li assolve dai relativi addebiti”, liquidando a favore di ciascuno le spese legali”.
Le richieste pecuniarie erano di 33.300 euro per Accorinti, e 16.600 euro ciascuno per gli altri indagati.
Il procedimento aveva preso il via dopo un’esposto dell’Università di Messina per presente “condotte di cattiva amministrazione”.
“La sentenza della Corte dei Conti sulla vicenda InnovaBic – ha commentato Franco De Domenico – oltre a conferma la correttezza dell’operato di Pietro Navarra, dell’ex sindaco Renato Accorinti e del professore Dario Latella, certifica anche un’altra verità: la mia totale estraneità al procedimento, al contrario di ciò che una campagna denigratoria portata avanti negli ultimi mesi dall’ex sindaco cercava di affermare”.
E, su questo tono, anche la reazione di Navarra. “Di fronte a un verdetto – ha dichiarato Navarra – che rappresenta un’ulteriore prova della correttezza del mio operato, al sentimento di soddisfazione si affianca quello della speranza. Da mesi, infatti, la vicenda InnovaBic viene volgarmente strumentalizzata dall’ex sindaco in fuga Cateno De Luca. Sfruttandola per la sua squallida strategia di sciacallaggio, egli ha costruito una narrazione, a uso e consumo di quel populismo da lui tanto amato, secondo cui la mia esperienza da Rettore ha rappresentato un esempio di mala amministrazione””.
Puntualmente è arrivata anche la risposta di De Luca: “Leggo solo da notizie di stampa che la Corte non si è espressa nel merito della vicenda essendo stato eccepito un vizio procedimentale. La situazione dell’InnovaBic è rappresentata dalla dichiarazione di fallimento pronunciata dal Tribunale di Messina con oltre un milione di euro di buco a danno dei creditori ed i gestori di quella società erano Navarra e Accorinti nelle rispettive qualità, non certo Cateno De Luca”.