Il Messina di Auteri si prepara alla sfida di domani sera a Catanzaro con il morale sotto i piedi.
Numeri decisamente impietosi condannano la squadra ad un’inevitabile, solitario ultimo posto in classifica: quattro partite disputate, tre sconfitte e un pareggio rimediati; otto le reti subite, quattro quelle segnate; un solo punticino racimolato.
Un quadro da incubo, che non può essere giustificato dalla sfortunata serie di avversarie incontrate fin qui: le ripetute e costanti disattenzioni difensive e gli evidenti problemi in attacco costituiscono un campanello d’allarme che dovrebbero far riflettere la società e convincerla a correre ai ripari, intervenendo sul mercato con quel poco che è rimasto.
Non si discute l’impegno profuso dai ragazzi di Auteri.
Al di là del brutto secondo tempo visto ad Avellino, in cui si poteva (e si doveva!) fare di più, e della vittoria sfumata a due minuti dal fischio finale in casa contro la non irresistibile Viterbese, la squadra non è mai sembrata fuori dal contesto in cui milita.
E, però, questo non basta a risalire la china e scalare la classifica verso lidi più sicuri. Contro il Catanzaro, una delle pretendenti alla conquista del campionato assieme al Crotone, il leit motiv potrebbe non essere diverso da quello visto nelle scorse quattro giornate. Ma il calcio ci ha abituati agli imprevisti e, proprio per questo, nonostante le difficoltà, il Messina deve provare a crederci fino alla fine, prima di tutto i suoi tifosi.
Si è ribadita più volte l’attenuante della giovane età media della rosa e della conseguente inesperienza nell’approccio alle partite di una certa categoria.
Servirebbero, quindi, degli innesti adeguati a portare il giusta mix di perizia e tranquillità nei reparti che più stanno patendo: l’attacco è il settore di campo che maggiormente appare in difficoltà; considerando che la metà dei gol segnati (due su quattro totali, come si diceva in precedenza) portano la firma del centrocampo, è evidente che gli acquisti effettuati nel mercato estivo non siano stati sufficienti. Rammentando che si dovrà fare a meno di Piazza, vittima di infortunio al ginocchio destro che lo terrà fuori dal terreno di gioco per un bel po’, ora più che mai serve una punta che raccolga i cross in area, che sappia sacrificarsi, che sappia far salire la squadra, e soprattutto che la butti dentro con regolarità. Intervenire ancora, con un occhio agli svincolati, non significherebbe certo mancare di fiducia a chi già costituisce il reparto.
Lo stesso dicasi per la difesa.
La domanda è: perché non provare di nuovo a discutere con il fuori rosa Celic, e venire ad un accordo che possa convenire ad entrambe le parti?