Quando, poco prima delle 19, il presidente Corrado Bonazinga ha dato lettura dei voti dei candidati a sindaco dal verbale della sezione 253, tutti nella sala del Consiglio comunale hanno tirato un sospiro di sollievo e qualcuno ha fatto partire anche un timido applauso. Dieci ore di lavoro, di numeri che non tornavano, di voti trascritti male, di verbali in bianco o, in alcuni casi, addirittura mancanti: l’Ufficio centrale ha iniziato questa mattina alle 9 un estenuante lavoro, che non è ancora terminato.
La serata è destinata a proseguire con ulteriori verifiche e chiarimenti dei presidenti di seggio: una ventina quelli convocati, nel tardo pomeriggio due non si erano ancora presentati. In più di un’occasione è stato necessario ricorrere alle tabelle di scrutinio per provare a “riallineare” quel dato elettorale “squadrato” tra il numero dei votanti ed i voti espressi in 73 sezioni, come comunicato ieri da Palazzo Zanca. Alla fine, le sezioni sono state ricontrollate tutte. L’obiettivo era arrivare a un dato certo sul voto dei candidati a sindaco, per procedere alla proclamazione nei tempi previsti, senza lasciare vuoti.
Proclamazione che, infatti, ci sarà domani.
Discorso diverso per il Consiglio comunale. Qui i tempi sono destinati ad allungarsi, anche di diversi giorni. Nel pomeriggio il sito del Comune ha ripreso a caricare dati, ma l’ufficialità richiederà del tempo.
Dibattito aperto sul premio di maggioranza per diverse interpretazioni della legge sul 40% delle preferenze. Anche se nel pomeriggio, Cateno De Luca attraverso una diretta Facebook, ha affermato che Basile avrà dalla sua 19 consiglieri.
Restano le domande su come sia stato possibile che Messina, ancora una volta, restasse il fanalino di coda di uno spoglio elettorale che avrebbe dovuto chiudersi in 24 ore. Otto schede e urne aperte un solo giorno hanno sicuramente avuto il loro peso. Ma troppi gli errori, troppe le leggerezze e una buona dose di impreparazione. Evidente, oggi, dall’esame dei verbali che, più di una volta. hanno fatto sgranare gli occhi e storcere il naso a chi doveva far quadrare i conti. Per l’ennesima brutta figura!