«Avevano provato a derubricarci a candidatura minore. Pensavano che ci saremmo accontentati di esercitare il diritto di testimonianza. Ma la verità è che abbiamo imposto l’ordine del discorso, dettando l’agenda politica di questa campagna elettorale. Siamo stati i più creativi, abbiamo introdotto categorie nuove. Agli altri è toccato di inseguirci e, in qualche caso, di utilizzare le nostre stesse parole». Così il candidato a sindaco della lista “Messina In Comune”, Gino Sturniolo, che con una nota commenta in particolare le parole dell’ex presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, venuto a Messina a sostegno della candidatura di Franco De Domenico. L’ex premier, infatti, ha avanzato l’ipotesi di un Patto per Messina per aiutare i comuni in dissesto o predissesto.
«Ci avevano detto che il bilancio fosse un fatto meramente tecnico, che andava affidato ad un esperto. Ci avevano detto che si trattava di rimodulare il Piano di Riequilibrio e che la partita fosse a chi lo sapesse fare meglio. Ci avevano detto che la discussione sui conti del Comune fosse troppo specialistica per diventare argomento di campagna elettorale. Oggi, a distanza di due mesi dall’inizio della campagna elettorale, possiamo dire che non è stato così. Perché noi l’abbiamo messo al centro del dibattito», evidenzia Sturniolo.
«Certo, da una parte avevamo chi ha costruito una narrazione fatta ad uso e consumo della propria rielezione, dall’altra chi si è disinteressato per anni del problema e all’ultimo minuto ha provato ad abborracciare una proposta. Noi abbiamo portato numeri e lettura politica. Perché, va detto una volta per tutte: il bilancio non è mero argomento da specialisti, è la sostanza di ogni proposta politica e amministrativa – continua il candidato di “Messina In Comune” – Oggi c’è chi lancia la parola d’ordine di un “Patto per Messina”. Non è ciò di cui ha bisogno la nostra città. Di patti per le singole città ne sono stati fatti tanti negli ultimi anni. Non sono serviti a nulla se non ad allungare l’agonia e rendere cronico lo stato di indebitamento dei Comuni interessati. Il più delle volte, poi, sono stati finanziati con fondi che gli enti locali avrebbero dovuto utilizzare per lo sviluppo economico delle città».
«Ciò che serve, al contrario, è una soluzione politica per i Comuni in dissesto o predissesto. Si tratta di un provvedimento che ha un forte carattere territoriale poiché i Comuni in difficoltà finanziaria sono in larghissima misura concentrati in Sicilia, Calabria e Campania. Ciò che serve è un provvedimento che rimuova alla radice le ragioni che portano i Comuni in dissesto – sostiene – Queste ragioni sono da rintracciare nelle politiche dei Governi nazionali degli ultimi decenni. Per questo è singolare che i politici che hanno definanziato gli enti locali vengano a fare campagna elettorale nelle nostre città».
«Se gli elettori messinesi decideranno di farci vincere questa competizione elettorale non cercheremo nessuna entratura con questo o quel partito. Se dovessimo vincere cercheremo l’interlocuzione con tutti gli amministratori dei Comuni in difficoltà e gli proporremo la costruzione di un dignitoso tavolo negoziale con il Governo nazionale per uscire definitivamente dallo stato di precarietà in cui versano i nostri conti e poter tornare a dare servizi ai cittadini», conclude Sturniolo.