Sembrerebbe non volersi fermare Cateno De Luca, annunciando la sua (forse) candidatura come sindaco di Taormina.
Da diversi giorni appaiono, nei suoi social, diversi post in cui si interroga se fare o no la prossima mossa:
“ Toc Toc …
C’è posto per me?
Se i Taorminesi vorranno io posso mettere a disposizione la mia esperienza per riportare Taormina allo splendore che merita.
Preciso che non sono politicamente disoccupato ma per Taormina sono pronto ad utilizzare la notte per lavorare e coltivare le mie passioni musicali e di giorno dedicare parte del mio tempo a fare il Sindaco dei Taorminesi.
In queste ore sono qui a Taormina per fare un giro di perlustrazione mentre faccio riposare la mia schiena alquanto massacrate dalle strade disastrate che ho percorso per andare a visitare ben 340 comuni sui 391 della Sicilia.
Invito le testate giornalistiche locali a lanciare un bel referendum: volete Cateno De Luca Sindaco di Taormina? Si o no ?
Preciso che io farei il sindaco dei Taorminesi cinque anni e non un giorno in più come è stato nei precedenti tre comuni che ho amministrato.
Il mio compito sarebbe anche quello di creare una nuova classe dirigente per far proseguire il mio lavoro quando sarò Sindaco di Sicilia.
Che facciamo ?”
Nonostante le dimissioni avvenute prima del termine del mandato come sindaco di Messina, per potersi dedicare totalmente alla campagna elettorale per la corsa alla presidenza della regione Sicilia, non è riuscito ad ottenere quanto sperato, non per merito dell’avversario diretto ma per il “miracolo politico” compiuto da Giorgia Meloni. Durante i primi exit poll, che davano Schifani già con un ampio distacco, li definì “farlocchi” poi, volente o nolente, dovette riconoscere la sconfitta pur avendo raggiunto un ottimo risultato.
Ma su cosa si incentra ora il suo attacco a Schifani?
Sottolineando l’attenzione sulle strade disastrate o per aver dichiarato di voler dare priorità al Ponte sullo Stretto (NdR: opera non di competenza regionale!), forse occorre aspettare l’inizio del mandato prima di giungere a conclusioni affrettate.
Tantissimi i commenti di odio e disprezzo sotto ogni post, forse suscitati anche dai toni forti utilizzati nei confronti degli altri candidati durante le campagne elettorali.
Si vedrà dunque se questo gesto è solo per continuare a incentrare l’attenzione su se stesso, oppure per contribuire a portare in alto la nostra meravigliosa Sicilia.
A proposito di Schifani ecco l’utima dichiazione dell’on. De Luca
«Continuo a leggere sulla stampa dichiarazioni di Renato Schifani che tenta di sminuire il risultato elettorale raggiunto da “Sicilia Vera” e “Sud chiama Nord” provando ad assimilarlo a mero voto di protesta e ancora leggo il suo disappunto per la mancata apertura nei suoi confronti. Alla luce di ciò mi trovo costretto a ribadire due concetti che caratterizzeranno l’attività parlamentare di “Sicilia Vera” all’Ars.
Innanzitutto, Schifani deve accettare che oltre mezzo milione di siciliani hanno scelto Cateno De Luca non per protesta, ma perché hanno capito e sposato la nostra proposta di governo che mirava e mira a cacciare la banda bassotti politica.
Inoltre, Schifani comprenda che ho scelto di non congratularmi con lui non per una questione di scortesia, ma semplicemente perché non lo riconosco come presidente dei siciliani perché figlioccio di Lombardo, Cuffaro e Dell’Utri ed indicato quindi dalla banda politica.
Ho grande rispetto per l’elettorato che ha scelto che sia lui a governare la Sicilia, ma non posso certamente dimenticare chi è Schifani e se c’è una cosa che farò è tentare di farlo capire agli altri.
Ricorderò ogni giorno che Schifani è stato indicato da Marcello Dell’Utri, con una condanna definitiva per mafia.
Ricorderò ogni giorno che Renato Schifani è uno degli imputanti nel processo Montante bis di Caltanissetta con l’accusa di associazione a delinquere e di avere veicolato notizie segrete per salvare dal carcere l’ex presidente di Confindustria Antonello Montante.
Ricorderò ogni giorno che Schifani è stato sostenuto in questa campagna elettorale da Totò Cuffaro, che ha scontato la condanna per favoreggiamento aggravato alla mafia, e da Raffaele Lombardo.
Non mi rassegnerò all’idea che la Sicilia torni indietro di trent’anni come denunciato da Nino Di Matteo.
La nostra attività politica sarà orientata a vigilare e garantire legalità. Lo dobbiamo ai nostri 500 mila elettori e anche a quella parte di popolazione che non ha ancora evidentemente compreso il rischio che corriamo.
Oggi più che mai serve un’opposizione serie e coraggiosa. E questo faremo».