Nella terza ed ultima parte dell’intervista al vice questore Luigi Fezza abbiamo chiesto quali sono le leggi di riferimento in questo ambito? “La legge italiana sul cyberbullismo è la 71 del 2017, che prende il nome dalla prima vittima accertata di cyberbullismo, Carolina Picchio”.
È La prima legge in Europa sul cyberbullismo, approvata all’unanimità il 17 maggio 2017 ed entrata in vigore un anno più tardi nel giugno 2018. “Una legge molto importante – specifica Fezza – perché elenca una serie di comportamenti che costituiscono reati e insieme il cyberbullismo. È importante anche perché dà delle figure di riferimento, mi riferisco ad esempio al professore referente di cyberbullismo nella scuola, che deve essere formato e quindi deve essere in grado di dare una prima risposta; dà alla scuola la possibilità di intervenire con provvedimenti disciplinari”, nel caso in cui il bullo o cyberbullo è uno studente. È stata estesa al cyberbullismo, ci spiega il Dott. Fezza, la procedura di ammonimento prevista in materia di stalking. In pratica, nel caso di condotte di diffamazione, minacce o trattamento illecito di dati personali commessi attraverso internet, quindi attraverso i social o altra forma di comunicazione tecnologica, da minori ultraquattordicenni nei confronti di altri minorenni, è applicabile la procedura di ammonimento da parte del questore, se non c’è stata querela o non è stata presentata denuncia.
Nei casi più gravi interviene la Polizia in maniera repressiva, attuando quello che la legge ci consente, ovvero nei casi più gravi l’arresto in flagranza di reato del minore.
Nell’intervista, dunque, si mette in evidenza la legge di riferimento e come viene applicata. Infine cosa fare nel caso si è una vittima e si ha paura di parlare.
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