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E c’è chi dice che De Luca sia un bluff …

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Cateno De Luca, candidato alla presidenza della regione siciliana, ha offerto un’analisi lucida e puntuale del risultato elettorale di Messina suffragata dai numeri.

Il leader di Sicilia Vera Cateno De Luca stamattina nel corso di una conferenza stampa, che aveva il sapore di una vera e propria lezione di strategia politica, ha illustrato i dati che hanno determinato la vittoria di Federico Basile al primo turno.

 “C’è un dato innanzitutto, ha affermato De Luca, che intendo evidenziare per smontare una volta per tutte l’alibi che chi ha perso ha tentato di costruire, ovvero l’affluenza alle urne dei messinesi. Non è vero che la città non è andata a votare. Il 55,64% dei messinesi si è recato alle urne e questo è un dato più alto rispetto a quello dell’affluenza in altre città metropolitane.  Il secondo dato sul quale voglio soffermarmi è quello della percentuale di voti ottenuti da Basile nelle varie circoscrizioni. Federico Basile, ha affermato De Luca, ha ottenuto oltre il 40% di preferenze in quasi tutte le circoscrizioni, tranne la quarta in cui è arrivato poco sopra il 39%, smentendo con i fatti, dunque, la tesi secondo la quale sarebbe stato votato solo da una parte della città. Non è così. C’è poi ancora un altro aspetto che anche in prospettiva regionale è utile analizzare. Noi non abbiamo sottratto voti al centrodestra, per cui se il centrosinistra pensa che una mia candidatura possa favorire la loro vittoria è il caso che rivedano la propria posizione. I dati dicono che rispetto al voto del 2018 il Movimento 5 stelle ha registrato il 57% in meno di preferenze, il centrosinistra il -48% mentre pressoché inalterato risulta il dato del centrodestra che continua a rappresentare il sistema di potere clientelare.

A Messina è accaduto che i partiti sono stati puniti dalla città anche per l’atteggiamento di ostilità che in questi tre anni e mezzo di governo hanno avuto nei mei confronti. 

Messina ha premiato la mia azione di governo e ha saputo cogliere in Federico Basile l’uomo in grado di proseguirla.

Il risultato di Messina è diventato leggenda. Ho trasformato le elezioni amministrative in elezioni regionali a turno unico.

Anche l’elemento legato al numero di liste presentate ha rappresentato una grande scommessa che si è dimostrata vincente. Mi piace definirle liste di testimonianza perché testimoniano l’amore di ciascun candidato verso la propria città. Hanno rappresentato la reazione dei cittadini al tentativo della banda bassotti della politica di mettere le mani sulla città. E proprio la presenza di numerose liste ci ha consentito di ottenere quella percentuale in più che ci ha portato alla vittoria.

Avevo bisogno, ha concluso De Luca, che questa elezione fosse una grande lezione per tutti i soloni della politica. Mi pare, ha aggiunto, che possano prendere appunti.”

CATENO DE LUCA: IL CENTROSINISTRA NON SI ILLUDA. LA MIA CANDIDATURA NON SOTTRARRA’ VOTI AL CENTRODESTRA

“C’è un dato che emerge dal voto delle amministrative di Messina e che va tenuto presente in vista delle elezioni regionali, ovvero la mia presenza in campo non distoglie preferenze dal centrodestra. È un dato che deve far riflettere oggi soprattutto il centrosinistra che accoglie la mia candidatura alla presidenza della Regione con ottimismo pensando che questo possa in qualche modo avvantaggiarli. Una teoria che mi aveva già illustrato Anthony Barbagallo quando a Pedara avevamo sottoscritto il famoso patto della granita alla mandorla tostata. Proprio in quell’ occasione gli avevo già detto che le cose stavano diversamente, oggi il dato di Messina lo conferma. I dati dicono che rispetto al voto del 2018 il Movimento 5 stelle ha registrato il 57% in meno di preferenze, il centrosinistra il -48% mentre pressoché inalterato invece risulta il dato del centrodestra che continua a rappresentare il sistema di potere. È un dato che conferma che Cateno De Luca innanzitutto non è accostabile al centrodestra e inviterei anche una volta per tutte la stampa a smettere di catalogarmi come candidato di destra o centrodestra quando parla di me.”

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