La lavorazione del materiale, che ha plasmato le idee dell’artista in una preziosa collezione, colpisce il visitatore per la brillantezza dei suoi colori, che in parte richiamano alla profondità del Mare Egeo, e la particolarità delle sue forme, a tratti inconsuete, che richiamano il lontano mondo orientale del Giappone e alla sua quotidianità.
Da questi oggetti forgiati dalla ceramica emerge tutta la saggezza degli artigiani del passato che, lavorando l’argilla, ricavavano gli utensili.
Sembra qualcosa di già visto, eppure non è così, perché nella mostra non esistono due pezzi uguali, ma oggetti unici.
Particolarmente affascinanti e ricche di significato sono le cosiddette “terre bruciate”, che assumono forme di tazze concave, aventi manici spigolosi e irregolari, emblema della creatività dell’artista. Si tratta di una mostra che privilegia il tratto artistico dell’artigianato, un artigianato che rimanda ad una eleganza antica.
È l’estetica della quotidianità, proposta da questo artista che, dopo più di 25 anni di docenza a Milano, ha fatto ritorno nella sua Sicilia per potersi dedicarsi alle sue grandi passioni: la ceramica e la scultura.
