Il Sindaco e l’amministrazione comunale di Messina sono alle prese con la dettagliata relazione della Corte dei Conti sul piano di riequilibrio, cercando di fornire risposte convincenti ed esaurienti ai numerosi e dettagliati rilievi e osservazioni, ma nello stesso tempo si prosegue con l’esercizio di un controllo politico “particolaristico” sia sull’Ente Comune di Messina che sull’Ente Città metropolitana.
E tale progetto viene attuato, ormai da diversi anni, trasformando i due Enti in meri strumenti da utilizzare per finalità politiche-elettorali e clientelari, in cui anche la gestione burocratico-amministrativa (che dovrebbe avere una valenza di terzietà) viene caratterizzata da scelte eminentemente “fideistiche”. Così come viene evidenziato anche dal “doppio incarico” nei due Enti che riguardano le figure della Segretaria Generale e del Direttore Generale.
Ed è così che da fine dello scorso anno, dopo un iter che ha riscontrato diversi passaggi, la Segretaria generale del Comune di Messina, che svolge anche il ruolo di dirigenza per alcuni settori importanti, è stata nominata dal Sindaco metropolitano Basile anche Segretaria dell’Ente di Area Vasta, avvalendosi di una Convenzione approvata lo scorso anno sia dal Consiglio Comunale di Messina che dal Commissario facente funzioni del Consiglio Metropolitano.
E con due provvedimenti successivi è stato stabilito anche il relativo trattamento economico di circa 45.000 euro annuali che con la maggiorazione del 50% dell’indennità per le funzioni aggiuntive arriva a circa 70.000 euro l’anno, per un ruolo che potrà essere esercitato “part-time”, dati i numerosi impegni che assorbono la titolare dell’Ufficio di Segreteria al Comune di Messina.
Indennità che va ad aggiungersi a quella notevolmente corposa corrisposta allo stesso soggetto per il ruolo di vertice burocratico e per altri ruoli assunti al Comune di Messina.
Ma a questa scelta fatta dal Sindaco Basile se ne sta aggiungendo un’altra similare che riguarda l’attuale Direttore generale del Comune che, sempre tramite una convenzione con la Città metropolitana che è al vaglio del Consiglio Comunale, andrebbe a svolgere lo stesso ruolo di Direttore Generale nell’Ente di Palazzo dei Leoni; anche se non si comprende quale sia l’esigenza di tale figura in un Ente che ha un solo Dirigente in carica, mancando anche del Ragioniere Generale, e che nel corso degli anni ha visto diminuire in maniera esponenziale il proprio personale.
Anche in questo caso verrebbe prevista una indennità cumulativa che riguarda il ruolo da svolgere sia al Comune di Messina che alla Città Metropolitana, di circa 180.000 euro all’anno.
Spese abnormi che riguardano due Enti che hanno attraversato e stanno attraversando situazioni di criticità finanziaria, e mega indennità che superano addirittura quella prevista per il Presidente della Repubblica, alle quali vanno aggiunte le esorbitanti indennità di carica per il Sindaco, gli Assessori e i vertici delle Società Partecipate.
Tutto ciò può apparire come atto di tracotanza in un contesto sociale ed economico locale che vede sempre di più aggravare le proprie condizioni, soprattutto per le giovani generazioni e gli emarginati.
Così come va detto che tali scelte non potranno non essere valutate anche in sede di udienza finale alla Corte dei Conti sul piano di riequilibrio ventennale collegato al futuro del Comune di Messina.
Gruppo di Iniziativa e Resistenza Civica “Rispetto Messina”