Era la fine della primavera del 2004 quando un'intera città è esplosa di gioia per un risultato sportivo
Era la fine della primavera del 2004 quando un’intera città è esplosa di gioia per un risultato sportivo.
La promozione del Messina in Serie A scuoteva la città siciliana come nessun altro evento recente, portando una ventata di entusiasmo in un luogo che non aveva mai vibrato tanto prima d’ora. La gestione dell’allora presidente Pietro Franza, virtuosa a livello economico e organizzativo, aveva portato al raggiungimento del terzo posto nella precedente stagione di Serie B, risultato che automaticamente aveva permesso ai peloritani di essere così promossi nella massima categoria del calcio tricolore quarant’anni dopo la prima volta di sempre.
In quella stagione, con Bortolo Mutti in panchina, la squadra giallo rossa mise a segno la sua miglior annata di sempre togliendosi lo sfizio di battere uno squadrone come l’Inter, attualmente una delle favorite a vincere il campionato di Serie A, se diamo un’occhiata alle migliori quote della Serie A. Quella che per molti fu la miglior stagione di sempre della società peloritana fu caratterizzata da una serie di exploit che permisero alla compagine di Mutti di riuscire a finire settima in classifica a fine stagione, un risultato totalmente inaspettato. Il tutto dopo aver ottenuto ben 48 punti, una cifra di tutto rispetto che avrebbe permesso al Messina di partecipare alla Coppa Intertoto, cosa che poi non accadde per decisione della società, la quale puntò a una crescita graduale evitando impegni troppo dispendiosi a livello energetico.
Nella rosa di Mutti erano tanti i calciatori di assoluto livello che hanno fatto sognare il pubblico dell’appena costruito stadio San Filippo. Primi tra tutti l’attaccante Arturo Di Napoli, con un passato glorioso al Napoli, all’Inter e al Venezia, e Alessandro Parisi, terzino sinistro nato a Palermo nel 1977 e autore in quella stagione di sei reti in 27 partite, score che gli valse il soprannome di Roberto Carlos dello Stretto. Dotato di un mancino potente e preciso, Parisi fu il grande leader spirituale e tecnico di un Messina nel quale spiccavano altri elementi dal gran carattere come l’ivoriano Marc Zoro e gli italiani Raffaele Ametrano, Salvatore Aronica, Luca Fusco e Riccardo Zampagna. Quest’ultimo, uno dei bomber di provincia più iconici del calcio italiano, fu il principale goleador della squadra siciliana con 12 reti in totale. Insieme a lui in attacco giocava Nicola Amoruso, cresciuto calcisticamente nella Juventus e con un passato importante sia in bianconero ma soprattutto nella nazionale under 21, con la quale conquistò il titolo europeo nell’estate 1996 insieme proprio al già citato Ametrano.
Con una media spettatori di quasi 30mila a partita, la stagione 2004-05 resterà per sempre negli annali del calcio peloritano. Negli anni successivi, infatti, il rendimento del Messina calò di schianto e solamente le sentenze di Calciopoli evitarono la retrocessione nell’annata 2005-06, qualcosa della quale poi i peloritani non riuscirono a salvarsi nella stagione successiva. Il boom era arrivato rapidissimo e alla stessa velocità aveva fatto esplodere la bolla.
Oggi in Serie D, il Messina sogna di poter presto ripetere quei grandissimi anni.