È stata inaugurata venerdì pomeriggio al Teatro Vittorio Emanuele la mostra dell’artista reggino Enzo Spanò intitolata “Forme Riflesse”, nell’ambito del progetto “L’Opera al centro”.
“Enzo Spanò, afferma la professoressa Roberta Filardi, si distingue per l’espressività pensata attraverso le forme geometriche che rivelano la sua natura riflessiva. L’artista si è occupato di pittura per molti anni, avvicinandosi a un linguaggio aniconico che nasce dalle rivoluzioni del Neoplasticismo olandese e del Funzionalismo tedesco del Novecento, per proseguire poi la fitta rete di esperienze che ha caratterizzato gran parte dell’espressività aniconica europea, dal primo Novecento ad oggi, caratterizzata da connotazioni teoriche fortissime e dibattiti aperti tra concretismo puro e astrattismo lirico.
In questi esemplari l’artista perviene a una struttura compositiva incentrata sull’equilibrio e sull’ordine, ma il colore trema per la qualità cromatica conferita alle superfici e alle forme geometriche rappresentate. L’espressività di Enzo Spanò trova ragione nella geometria dell’equilibrio, che formano le superfici pittoriche delle sue opere, ma questa logica sembra ora aprirsi a fantasiose melodie all’interno di una partitura di segni geometrici, modulati in cadenze ritmiche, quasi musicali, che trasmettono un sentimento poetico e immaginifico. Linee ortogonali o percorsi diagonali indicano le direzioni del piano, riscrivono gli orizzonti e i confini dello spazio dell’immagine, in cui si collocano elementi minimi, forme umane stilizzate in dialogo con elementi geometrici puri, quadrati, rettangoli, triangoli, cubi, che creano una mappatura spaziale, sollecitando l’osservatore a ripercorrere il logos del costrutto pittorico”.