Le indagini della DIA hanno fatto emergere come l’appartenente alla famiglia criminale, condannato all’ergastolo e detenuto in regime del 41 bis o.p., continuasse a gestire diverse realtà aziendali che erano state confiscate.
Le attività investigative, anche di natura tecnica, riscontrate dall’attività di analisi della documentazione amministrativa e dei flussi finanziari delle imprese, hanno infatti disvelato come il soggetto, detenuto, intervenendo nella gestione delle aziende confiscate, dettasse puntuali indicazioni ai propri familiari in merito al personale da assumere ed ai ruoli da svolgere, all’individuazione dei fornitori, ai rapporti con la clientela ed alla cura dei locali adibiti a sala ricevimento, giungendo persino ad interloquire sui compensi dei dipendenti. Tale condotta, proseguita per diverso tempo, è infine culminata nella definizione di apposita strategia finalizzata alla locazione delle imprese in confisca ad un terzo soggetto prestanome. Questi, attraverso la costituzione ad hoc di una società ”pulita“, ha consentito ai familiari del detenuto di rientrare, per suo tramite, nel pieno possesso delle imprese.
Con il provvedimento in esecuzione oggi sono state disposte le misure della custodia cautelare in carcere per il soggetto già detenuto, degli arresti domiciliari per la moglie ed il figlio e di tre obblighi di presentazione alla P.G. per la figlia, la nuora ed il padre di quest’ultima, nonché il sequestro delle quote societarie dell’impresa appositamente costituita per l’attività di locazione delle aziende.