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L’anno vecchio se ne va…

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Arrriva il 2023, anno ricco di speranze …. ed illusioni

L’anno vecchio se ne va

e mai più ritornerà.

lo gli ho dato una valigia

di capricci e impertinenze,

di lezioni fatte male,

di bugie, disobbedienze,

e gli ho detto: – Porta via,

questa è tutta roba mia.

Anno nuovo, avanti avanti, avanti!

Ti fan festa tutti quanti.

Tu la gioia e la salute

porta ai cari genitori,

ai parenti ed agli amici,

rendi lieti tutti i cuori.

D’esser buono ti prometto,

anno nuovo, benedetto.   (Arpalice Cuman Pertile)

Una filastrocca pertinente al Capodanno, l’anno vecchio se ne va e mai più ritornerà”.

Festa di “Panza e…Prisenza”, come si dice in lingua messinese. Veglioni, cene e pranzi con abbuffate pazzesche! Il Capodanno, come il Natale è famiglia. Dal pranzo più ricco e sontuoso a quello più povero e casereccio. Tutto fa gola. Ci guardiamo intorno e riflettiamo che, ogni mondo è paese, perché ovunque c’è la corsa ai supermercati, ai regali e alla preparazione per lo scoccare della Mezzanotte.  Per i Siciliani la notte di Capodanno è notte di festa, di balli, del colore rosso indossato  anche come indumento intimo. Buon auspicio, insomma, per l’anno nuovo. Capodanno è fare il conto alla rovescia prima della mezzanotte.

È il momento dei “botti” e dei giochi d’artificio, che vanno oculati bene per evitare irrimediabili tragedie.

Molti anni or sono Capodanno era ritenuto come un  doppione, un prolungamento del Natale. Tutto all’insegna di esorbitanti pranzi , infiniti  dolci, luci del  presepe, giocate a carte, a tombola, burraco, scala 40, poker.

In alcuni paesi dell’entroterra ma anche nelle zone costiere, alla mezzanotte tra il 31 dicembre e il primo gennaio, il  capo famiglia  prendeva  la “scupetta”, fucile da caccia. Inaugurava il ”buon principio“ sparando in aria all’aperto. Si sparava all’anno vecchio, per liberarsi delle sue scelleratezze, tra le grida di paura mista alla gioia, tra gli applausi dei presenti. Anche oggi tutto questo avviene; si invita, tuttavia, alla cautela per gesti inconsulti che ogni anno provocano feriti e morti.

Ci si chiede tra l’altro, quali siano le abitudini alimentari del Capodanno, i piatti tradizionali del cenone di San Silvestro.

I latini dicevano: melius est abundare quam deficere, meglio abbondare anziché scarseggiare. È da ciò che i Siciliani hanno preso lo spunto per avere nelle loro tavole sovrabbondanza di cibo, propiziatorio di provvidenza. Fra le  tradizioni Messinesi rimaste nel tempo  per il cenone di Capodanno è d’uso acquistare di mattina il Pesce fresco. Anticamente ed anche oggi il  pezzo forte della serata di San Silvestro sono le  lenticchie con cotechino o zampone.  Le lenticchie rappresentano buon auspicio per l’anno nuovo , augurio di  fortuna e abbondanza di soldi. Oggi i fastosi contorni di salmone e pescespada affumicato con caviale , lamponi e melograno sono tipici delle famiglie meno abiette  . I primi piatti siciliani sono costituiti da spaghetti con cozze e vongole  o altri primi a base di pesce. Ne fa da contorno un buon vinello siciliano. Il secondo, oltre alle tradizionali crespelle di baccalà o all’anguilla a ghiotta, franceschini, calamari ripieni e polpi ad insalata. Nelle case dei più ricchi non mancano ostriche e scampi.

È bello rammentare anche il pranzo povero di una volta, dove gli anziani preparavano le sfingi salate con acciughe o quelle dolci con lo zucchero, pasta fritta salata o dolce, crespelle di baccalà, di cavolfiore e  frittelle di patate e melenzane . I primi erano costituiti dalla pasta ‘ncaciata con mortadella e formaggio, arricchita da un sugo grasso di maiale. Il secondo voleva carne di maiale e salsicce. Si passava alla frutta siciliana con arance e mandarini, quindi al panettone e allo spumante, stappato allo schiocco della mezzanotte. I passatempi che attorniano  il Capodanno sono simili a quelli di una volta. Non mancano gli “scacci” ovvero noci e noccioline ed anche fichi e datteri. Molte delle tradizioni di una volta stanno oggi scomparendo.

È, tuttavia necessario, non perdere mai di vista i valori che queste usanze e tradizioni comportano. Esse ricordano gioia, pace e serenità . Non ha importanza se ci sia una piccola grotta o un Presepe pittoresco a far rivivere la magia del Natale. Quel che conta davvero è non dimenticare la fratellanza.

È meraviglioso ricordare le feste Siciliane antiche, le usanze di coloro che ci hanno preceduto. Non bisogna mai accantonare il passato e prendere esempio da chi ci ha preceduto per migliorarsi.

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