Sebbene le indicazioni, provenienti dai dati di affluenza negli stadi, siano inequivocabili ad ogni livello (gli amanti del divano e delle caldarroste pare siano in grande crescita!), esistono ancora maglie – anonime ai più – che trascinano gente in ogni tipo di campo, dietro ogni tipo di rete (e qui non c’entra davvero la qualità del servizio streaming) e con ogni tipo di condizione climatica. È il caso, ma solo a titolo di esempio (potremmo infatti citarne altri) del Campionato Regionale di Promozione che, nel fine settimana in atto, vivrà i suoi primi “frames live”.
Abbiamo raggiunto all’Ambiente Stadium di Bisconte, mister Peppe Furnari, allenatore dell’Atletico Messina, inserito nel girone C, con cui abbiamo intavolato una piacevolissima chiaccherata (occhio a non sottovalutare la sua arte oratoria di ben altra “categoria sportiva”!).
Mister, intanto per me è un’emozione conoscerti perché ho sentito tanto parlare di te, qualche anno fa ti ho incontrato mentre entravamo al “ Franco Scoglio” per vedere una partita dell’ACR, ma – ti dico la verità – mi sono vergognato a fermarti perché – secondo me – un messinese che ha successo nella sua città – e non possiamo dire che tu non abbia avuto successo da allenatore in questa città – merita che quando lo si incontra, ci si emozioni…
Ti ringrazio, troppo esagerato, potevi tranquillamente fermarmi! Sicuramente è difficile…come si dice…”nemo profeta in patria”…l’importante è quello che ho fatto e che sperò continuerò a fare.
Peppe, quest’anno alleni in un campionato di promozione, alleni l’Atletico Messina, ma – come dicevo poc’anzi – tu hai un passato, nel calcio messinese, abbastanza “sostanzioso”. Ti chiedo, anche per chi (se ci fosse ancora qualcuno che non ti conosce) di riassumere brevemente il tuo approccio al mondo del calcio sia come calciatore (immagino che tu abbia giocato!) che come allenatore.
Io, tutt’oggi, la definisco una malattia perché quando posso metto gli scarpini e gioco – tornei over quaranta, over 50…sono partito da bambino con la passione del pallone; andavo a vedere l’ACR ai tempi dei tavoloni in legno…sono nato così, ho fatto la trafila iniziando col Domenico Savio, poi il Camaro e altre squadre fino a quando sono arrivato all’età ed ho dovuto decidere di smettere, intraprendendo questa carriera. Devo dire che i miei sette/otto anni che ho maturato come allenatore, sono riuscito – grazie alle società, staff e calciatori – quattro campionati ed anche la salvezza in serie D la considero come valore importante.
Prima di parlare di Atletico Messina e del prossimo campionato di Promozione, una domanda sull’ACR Messina. Quell’anno della salvezza in D che menzionavi, un po’ tutti ci aspettavamo che venissi chiamato sulla panchina dell’ACR Messina e – devo dire – che in tanti tifosi saremmo stati contento di ciò. Poi alla fine magari non c’è mai stato nessun approccio o, comunque, non si è concretizzato il tuo arrivo, almeno per il momento.
Diciamo che non c’è stato nessun approccio. L’anno dopo che ci siamo salvati, c’è stato il solito problema di iscrizione/non iscrizione. Poi, fecero un’altra scelta con Cazzarò, un altro allenatore emergente. Per me è stata una delusione perché le “voci” le sentivo anch’io e sarei stato molto orgoglioso di allenare la squadra per cui tifo.
Poi, altre esperienze. La panchina della Nuova Igea Virtus…
Si, poi sono andato a Barcellona dove ci sono stato un anno e mezzo; l’anno scorso a Taormina e poi quest’anno diverse vicende mi hanno portato qui fra gli amici dell’Atletico Messina a vivere – come la definiscono molti – “questa follia” e cercare di fare un campionato importante.
Campionato di Promozione molto seguito, soprattutto nei piccoli paesi dove c’è tanta gente che ruota attorno a queste squadre. Come possiamo dire dell’Atletico Messina, inserito nel contesto di questo tipo di campionato, e del significato che questo campionato ha per il territorio siciliano.
Qui a Messina ultimamente abbiamo perso la leadership. Quando giocavo, qui a Messina, c’erano squadre, come il Camaro, il Real Messina, che davano soddisfazioni in Promozione, ma soprattutto in Eccellenza. Ultimamente abbiamo perso queste presenze significative. Nel campionato di Promozione sono anni una messinese della città non vince il campionato e, credo, che questo sia dovuto alla carenza strutturale. Noi per allenarci dobbiamo fare i salti mortali; noi come tante altre squadre messinesi che fanno il campionato di Promozione con grosse difficoltà. L’approccio dell’Atletico Messina…naturalmente cercheremo di fare bene! Conosco la maggior parte della rosa perché li ho allenati in passato, li ho avuti con me in varie società e quindi ne conosco il valore e so che possono fare bene. Come ogni anno sarà un campionato attrezzato perché ci sono società che investono, soprattutto nei piccoli centri, nel catanese ad esempio, ma anche in provincia di Messina dove c’è la Pro Mende, il Valle del Mela, tutte squadre che riescono ad esprimere valori importanti. Sicuramente sarà un campionato complicato, difficile e, come tutti, cercheremo di affrontarlo con la massima determinazione.
Si dice sempre più spesso che “non si va al campo, non si va allo stadio perché c’è la pay tv”. In realtà, tantissima gente…ad esempio, oggi leggevo dell’ACR Castellucese, nell’altro girone, che è riuscita a far sottoscrivere trecento abbonamenti.
Sono stato a Castel di Lucio quando allenavo la Nuova Igea Virtus in Promozione e sono rimasto colpito. E’ normale che in questi piccoli centri, il senso del tifo sia importante. Se pensiamo ad altri campionati, pensiamo al Messina ed al “Franco Scoglio”, lì è più particolare il discorso. In Promozione le squadre sono seguite. Anche le compagini messinesi compreso l’Atletico Messina. Se vieni qui allo Stadium a seguirci, troverai un buon numero di persone.
Leggiamo un po’ le carte di questo girone dove ci saranno Messana, Gescal, Atletico Messina. Campionato abbastanza equilibrato?
La cosa strana è che, intanto, siamo tredici squadre, un numero minore rispetto al solito. Sicuramente ci saranno le catanesi, mi dicono del Risposto, Belpasso che ha fatto la serie D, Aci Sant’Antonio che ha fatto l’Eccellenza fino a due anni fa; le squadre catanesi sono comunque attrezzate perché hanno sia le strutture che la possibilità di investire più facilmente su calciatori importanti. Per quanto riguarda le messinesi, il Gescal ha puntato su un bravo ed emergente allenatore come Fabrizio Giordano, che conosco bene, e puntato su molti giovani. Ho visto la Gescal contro il Valdinisi. Venderà cara la pelle per conquistare la salvezza. Mentre la Messana si sta attrezzando abbastanza bene perché sta prendendo giocatori di categoria superiore come Munafò, Calcagno e i giovani stessi molto validi che conosco dalla scorsa stagione al Taormina; e poi l’allenatore che conosco e stimo perché è un ragazzo molto in gamba (ndr Gabriele Patti). Noi abbiamo, lo ripeto, un organico importante e vediamo se riusciamo ad inserire un altro paio di tasselli della stessa importanza; abbiamo comunque l’obbligo di fare bene. Ci sono poi le squadre, lato Palermo, come Valle del Mela e Pro Mende, che ha fatto molto bene la scorsa stagione e si è rinforzata; la Pro Mende è una squadra costruita – secondo me – per andare oltre rispetto alle altre.
A livello qualitativo, un campionato di Promozione con tanta esperienza ma anche tantissimi giovani che lasciano il settore giovanile per un discorso di limiti di età e approdano in Promozione. Questi ragazzi che reali possibilità hanno di andare, magari, a giocarsi campionati più importanti.
Purtroppo, la legge degli under da una parte dà mentre dall’altra e poi leva. Noi abbiamo tanti 2002 che non sono più juniores per l’Eccellenza e che se non sono pronti per la serie D, devono trovare spazio nelle categorie inferiori. Diventa più difficile per loro emergere, però la qualità poi esce sempre. Devono avere pazienza ed impegnarsi, mettendosi in evidenza per andare a fare campionati superiori. La qualità c’è! Abbiamo dei 2002 dei quali sono contentissimo che considero grandi. Li avrei considerati grandi comunque. Se sai giocare a calcio l’età è relativa.
Un’ultima domanda…abbiamo parlato prima di ACR Messina. Torniamo e concludiamo sempre con una domanda su ACR Messina. La tua valutazione sul mercato e sulla ristrutturazione cui è andata incontro anche a livello di settore giovanile.
Questo è il primo anno in cui c’è un passo importante per quello che considero io un aspetto fondamentale, per quelle società che non hanno grossi capitali alle spalle; parlo del settore giovanile. Hanno ridisegnato, hanno dato la responsabilità a Carmine Coppola e ad Alessandro Parisi, due che vivono da tanti anni nel settore giovanile e che sanno fare, sviluppare; nella speranza che questo settore si sviluppi bene perché se vogliamo pensare ad un futuro per l’ACR, è normale non si può prescindere dal passare per il settore giovanile, cercando di valorizzare i prodotti interni, invece di andare a vedere che giocatori messinesi passino da Reggio o da Catania, senza passare invece dalla nostra prima squadra. In serie A vediamo che chi ha un’importante settore giovanile, riesce a mantenere la categoria. A livello di prima squadra, abbiamo costruito una squadra importante con un allenatore importante e idee ben chiare. Il messinese, purtroppo, prima di andare al campo aspetta di vedere che il Messina sia primo. Dovremmo, invece, iniziare – già da domenica – a cercare di andare e sostenere, anche perché una vittoria darebbe entusiasmo.
Grazie Peppe Furnari ed in bocca la Pesce Spada.