Rufus ci ha abituati a lavori molto intimistici che riflettono la sua personalità e i gusti musicali con cui è cresciuto. Dobbiamo immaginare questo giovane e talentuoso chitarrista come un vaso di porcellana ricolmo di sentimenti contrastanti.
Ad accompagnare i brani, una copertina dai motivi stilistici particolarmente accattivanti.
Al primo impatto questi due nuovi lavori trasmettono solennità, mista ad un pizzico di ottimismo, un percorso che porta l’ascoltatore ad esplorare nuovi aspetti delle possibilità musicali dell’artista, come si intuisce dal mix rock e gothic a fare da base portante. Perdersi nel mare della propria interiorità per trovare un equilibrio e riconnettersi con sé stessi: è questo il leit motiv che unisce i due brani, un puzzle emotivo da ricomporre. E presto, dalle parole dello stesso Miller, seguiranno altri lavori su questa stessa linea, dove non si impone la presenza della batteria bensì uno sperimentalismo chitarristico che rientra nel mondo rock psichedelico dell’artista e che riflette le sue influenze musicali.
Come ha già avuto modo di spiegare, Miller ha subito molto le influenze musicali del grunge dei primi anni Novanta, tra tutti nella fattispecie i Cure.
Il progetto futuro che gli piacerebbe realizzare è sicuramente portare in giro la sua musica, perché no, anche in Italia, magari il prossimo anno.