Giugno è importante per i messinesi. E’ in questo mese, infatti, che si tengono le celebrazione della festa dedicata alla Madonna della Lettera, patrona della città di Messina.
Quest’anno lo è ancora di più. Perché dopo due anni di pandemia sono tornati il Solenne Pontificale al Duomo senza restrizioni e, soprattutto, la processione del 3 giugno.
Il Fercolo argenteo della Vergine Maria, raffigurata mentre custodisce nella mano la Sacra Lettera, è stato nuovamente condotto in processione per le vie cittadine. Si resta incantati nell’osservare la “varetta”, che contiene, dentro una pigna di cristallo alle spalle della statua della Vergine, la reliquia del Sacro Capello.
Vos et ipsam civitatem benedicimus
Il modello di questo simulacro realizzato negli anni ’70 del secolo scorso, fu proprio la Madonnina del Porto, figura simbolo della città. La colonna votiva è alta 60 metri, con la statua di Maria Vergine, detta appunto della Lettera. La statua è in bronzo dorato. La medesima è stata collocata proprio all’ingresso del porto nel forte S. Salvatore, risalente al 1546. Fu consacrata il 2 agosto del 1934, giorno in cui il Papa Pio XI guidò l’illuminazione della colonna votiva, l’incisione e l’aureola della Madonnina.
L’incisione è ben precisa: «VOS ET IPSAM CIVITATEM BENEDICIMUS».
L’espressione, come si tramanda, apparterrebbe alla lettera scritta dalla Madonna agli ambasciatori messinesi, i quali giunti in Palestina nell’anno 42, erano stati guidati dall’apostolo Paolo. Egli, come da testimonianze, in quel periodo si trovava a Messina. Si può ricordare la lapide dell’apostolo a Giampilieri Marina, dove stanco sembrerebbe si sia fermato per riposarsi ed evangelizzare. Paolo avrebbe divulgato la conversione dei Messinesi al cristianesimo.
La lettera in lingua ebraica, tradotta in latino da Costantino Lascaris, trasmetteva le parole: “… avendo conosciuto la via della verità per mezzo della predicazione di Paolo Apostolo, eletto per la qual cosa, benediciamo voi e l’istessa città della quale noi vogliamo essere perpetua protettrice. Da Gerusalemme l’anno 42 di Nostro figlio. Indizione Iª luna XXVII giorno dì giovedi a 3 giugno”
Pare il Senato di Messina celò la lettera, per cercare di schivare la distruzione, mentre i cristiani venivano perseguitati. La scoprirono nel 1430: conteneva una ciocca di capelli della Madonna, usata per annodare la missiva. In seguito furono protetti in una teca. Per varie calamità naturali di quella lettera originale, non abbiamo vestigio.
La sacra reliquia
I Cavalieri dell’Accademia della Stella nel 1626, tuttavia, fecero progettare una teca in argento, dove custodire le reliquie della Madonna.
Agli inizi del XX secolo sulla teca fu allogata una statua della Vergine, in cui alla base erano raffigurato un bassorilievo della città di Messina, il suo stemma, un angioletto e una palma.
Nel corso degli anni, precisamente nel 1977, sono state inserite quattro anfore d’argento con quattro formelle con alla base l’effigie della Madonna, la lettera, lo stemma di Messina e gli ambasciatori che con la nave si recarono in Palestina. La Stele della Madonnina del Porto, invece, per i Messinesi da sempre rappresenta la benedizione non solo per i naviganti, ma anche da ogni sciagura.
La Madonna della Lettera è, soprattutto, protezione per tutti coloro che emigrano. Ogni qualvolta che passano dal porto di Messina, avvertirebbero il divino sibilo della loro amata Vergine, rifugio sicuro per i cristiani, che li rassicurerebbe del loro ritorno nella terra natia.