Qui l’arte dei maestri presepiali si tramanda di generazione in generazione da più di trecento anni. Ed è durante questo periodo dell’anno che la strada rifulge di suoni, colori, profumi e tradizione.
Le sue numerose botteghe sono il segno di un’arte che è riuscita a sopravvivere perché capace di adattarsi ai tempi e alle mode: non sono soltanto le classiche natività ad attirare l’attenzione dei numerosi visitatori; una nota particolare meritano le bizzarre riproduzioni di politici, calciatori (tra tutti l’osannato Pibe de Oro, Diego Armando Maradona), e personaggi dell’attualità.
Ma come nasce questa tradizione popolare?
La storia di San Gregorio Armeno è antichissima. In epoca romana la strada ospitava un tempio dedicato alla Dea Cerere, divinità della terra e della fertilità; un edificio molto frequentato dagli abitanti del tempo che ringraziavano la dea per i doni della terra offrendo statuette ex voto in terracotta, prodotte dalle tante botteghe artigianali che popolavano la via.
Col passare dei secoli e con l’introduzione del Cristianesimo, le cose cambiarono. Dopo il crollo del tempio di Cerere, sulle fondamenta di questo venne eretto un monastero, opera di alcune monache dell’ordine di San Basilio che si impegnarono a conservare le spoglie di San Gregorio vescovo d’Armenia.
Le botteghe artigianali, intanto, resistettero al trascorrere del tempo ma i soggetti delle riproduzioni non furono più statuette in terracotta da offrire ad una divinità pagana, bensì personaggi tratti dai Vangeli. I committenti erano ricche famiglie napoletane. Dalla seconda metà del Settecento la tradizione si rinnova di anno in anno.